Martina: «I Grandi della terra si innamoreranno di Bergamo»
Iniziano, dopo una settimana tutta bergamasca di eventi e iniziative sul tema (la più blasonata delle quali, Astino nel gusto, è ancora in corso), i lavori ufficiali del G7. Il 14 e il 15 di ottobre la nostra città vede, riuniti e all'opera, sette Ministri e i rappresentanti Fao, Ocse, Ifad, World Food Programme. Nucleo centrale sarà Città Alta e, in anteprima, possiamo mostrarvi in foto il tavolo attorno a cui siederanno i Grandi della terra (con la "t" rigorosamente minuscola per l'occasione). A dominare sono i colori di Bergamo, il giallo e il rosso, per l'occasione creati dall'utilizzo di chicchi di Mais Spinato di Gandino e di Mais Rostrato di Rovetta. Al progetto hanno lavorato alacremente il Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali (CREA-CI) di Bergamo, con l'efficace lavoro del ricercatore Paolo Valoti, come racconta ValSerianaNews.
Attorno a questo tavolo, dunque, si discuterà seguendo quattro tematiche: sicurezza alimentare, gestione dei rischi in agricoltura, spreco alimentare e lotta ai cambiamenti climatici. Del perché Bergamo si meriti un'occasione simile e abbia tutte le carte in regole per sostenerla abbiamo già detto qui. Lasciamo adesso la parola al ministro Martina, bergamasco doc e grande fautore di questa conquista.
Ministro Martina, ha fatto un bel regalo a Bergamo portando nella nostra città i ministri dell’agricoltura dei più importanti Paesi del mondo.
«Sono contento e spero che sia una bella festa».
Una festa per festeggiare che cosa?
«Un passo in avanti dei governi sulle questioni, serissime, che ci stanno a cuore: diritto al cibo, lotta allo spreco alimentare, tutela dei produttori e rilancio della cooperazione agricola. Per la prima volta al tavolo ci sono anche alcune esperienze nuove come quella americana che introdurrà sicuramente nella discussione degli elementi inediti».
Key topics of the #G7 Ministerial Meeting on Agriculture to be held on October 14-15 in Bergamo. https://t.co/VAAWvLNWlo #G7Agriculture pic.twitter.com/2LtzSk2PNN
— G7 Italy 2017 (@g7) 13 ottobre 2017
Che risultato si attende dal G7?
«Che sia appunto capace di assumersi impegni per la sostenibilità dell’agricoltura, in favore degli agricoltori piccoli e medi, per lo sviluppo della ricerca e per la cooperazione agricola. Chiudere con una Dichiarazione di Bergamo che raccoglie queste quattro sfide in favore delle produzioni locali sarebbe un grande successo».
Perché il cittadino comune dovrebbe interessarsi di un appuntamento di livello internazionale come questo?
«Perché la questione del cibo riguarda tutti. Come mangiamo, come produciamo sprecando meno risorse e come tuteliamo l’ambiente sono temi che entrano nelle nostre case e impattano sulla vita di ciascuno di noi».
L’agricoltura bergamasca ha qualcosa da dire al mondo?
«Secondo me è sottostimata e potrebbe fare molto di più. Una terra come la nostra, che ha una vocazione industriale, manifatturiera, ha sacrificato un po’ troppo negli anni la sua dimensione agricola e alimentare. Riscoprirla deve essere un obiettivo».
Come? La strada maestra è puntare sulla qualità?
«Non c’è dubbio. E dobbiamo portare sempre di più la nostra qualità in giro per il mondo».
Questo si può fare anche se si è piccoli?
«Assolutamente sì. Ci sono famiglie che si sono inventate un modo per stare con i piedi ben piantati nel territorio in cui vivono e guardano al mondo vendendo via internet dall’altra parte dell’oceano. Sono storie concrete».
Paolo Zanetti ha detto che il Made in Italy andrebbe tutelato di più.
«Sono d’accordo con lui, e la tutela si fa con le regole. È una delle discussioni che faremo. Non ci servono mercati chiusi, dazi, barriere e dogane. A noi servono regole chiare, giuste e forti, e mercati aperti nei quali poter esportare le nostre qualità agroalimentari. La lotta al falso Made in Italy per noi è una priorità. L’Italia è il Paese che ha sperimentato in questi anni delle forme di tutela delle produzioni agroalimentari di qualità uniche al mondo. Siamo l’unico Paese, ad esempio, ad avere un accordo di tutela con una grande realtà come Alibaba, uno dei più importanti siti di e-commerce del mondo. Grazie a questo accordo, due mesi fa abbiamo bloccato un produttore austriaco che voleva vendere settantamila forme di falso Parmigiano Reggiano in Turchia».
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Provincia di Bergamo
Regione Lombardia
Ministero delle politiche agricole alimentari e forestaliPubblicato da Agricultura su Giovedì 12 ottobre 2017
Molte eccellenze agroalimentari italiane sono finite in mani straniere...
«Dobbiamo tenere alta la guardia, ma di per sé non è negativo che entrino capitali stranieri in aziende agroalimentari italiane. Talvolta aiutano a sviluppare questa capacità di stare nel mondo. Questo purché la radice fondamentale di produzione, di qualità e di formazione rimanga qui».
La pianura dove lei è cresciuto sta conoscendo uno sviluppo infrastrutturale, industriale e logistico importante. L’agricoltura è messa a dura prova...
«Per la Bassa Bergamasca trovare una via equilibrata e giusta per tenere insieme sviluppo e tutela del territorio è fondamentale. Questo equilibrio non c’è ancora. In una provincia come la nostra, la chiave dello sviluppo non può che essere sostenibile, perché la sostenibilità è oggi uno dei caratteri fondamentali di competitività. Non è più come negli Anni Ottanta dove se eri sostenibile non eri competitivo. Oggi per essere competitivi bisogna essere sostenibili».
Serata d’eccellenza al Monastero di Astino per #astinonelgusto #visitbergamo #inlombardia
Pubblicato da Visit Bergamo su Venerdì 13 ottobre 2017
Quarant’anni fa se volevi umiliare qualcuno gli dicevi che era un contadino. Oggi?
«Per fortuna non viviamo più questa rappresentazione. Oggi l’esperienza agricola e agroalimentare fa tendenza, come direbbero alcuni. In questo hanno avuto una funzione utile gli chef: bisogna dare merito a chi è riuscito a innalzare l’esperienza della cucina a elemento importante della cultura moderna, di avere aiutato un’intera filiera a rappresentarsi diversamente».
Che cosa dirà ai suoi sei colleghi ministri quando arrivano a Bergamo?
«Ho già parlato con tutti e ho detto a ognuno di loro che troveranno una città straordinaria, che non conoscono, ma che li sorprenderà e li farà innamorare. Sono sicuro che accadrà».