Osio Sotto, ci pensa il governo a salvare la memoria di Saore

Difficile accorgersi che quei mattoni accatastati in modo disordinato gli uni sugli altri sono in realtà ciò che resta di un antico santuario deturpato dal tempo. Ma avvicinandosi all’area i dubbi scompaiono: l’insegna piantata nel terreno fangoso dice infatti «Chiesa campestre attestata dal Quindicesimo secolo». Quella manciata di ruderi spersi in mezzo ai campi che separano Osio e Levate rappresenta la chiesa di Saore, ora tornata all’attenzione dei cittadini per via dei fondi stanziati dai piani alti con il bando Bellezza.governo, che porterà al recupero di 273 tesori abbandonati lungo tutto lo stivale.
«Erano anni che avevamo nel cassetto l’idea di ridare un senso a quel luogo - racconta il sindaco Edoardo Musitelli -. Avevamo coltivato il progetto addirittura durante l’Amministrazione Bocchi, insieme alla Parrocchia, proprietaria dell’area. Ma poi i finanziamenti non erano abbastanza». Tutto dunque è rimasto fermo, almeno fino a qualche settimana fa, quando negli uffici comunali si è sparsa la notizia che per la chiesina di San Giorgio sarebbero giunti dal Governo 65 mila euro. « L’obiettivo è stato raggiunto grazie all’azione sinergica dei cittadini che si sono spesi per segnalare la presenza di questo bene da recuperare. Non si tratterà di una vera e propria ristrutturazione, la ricostruzione della chiesina non è contemplata. Si tratta di un intervento che mira piuttosto a preservare la memoria di quell’opera, che riguarda la messa in sicurezza e il recupero dei ruderi rimasti».
E se qualcuno si lascia andare all’entusiasmo, qualcun altro preferisce sottolineare l’inutilità di mettere mano a una struttura ormai fatiscente. «Ne vale la pena - risponde alle lamentele il sindaco -. È un frammento del nostro territorio che stava rischiando di scomparire, a causa dello stato di abbandono e di progressivo crollo delle strutture. La risistemazione e la pulizia dell’opera renderanno fruibile ai visitatori un’area che in questo momento è in stato di abbandono». Sulla data dei lavori, ancora nessuna informazione. Bisogna infatti scoprire quando giungeranno le risorse, anche se la speranza è che tutto possa compiersi entro la fine del 2018. Le ripercussioni, tuttavia, potrebbero proiettarsi in un futuro ben più esteso: «Recuperare...»