La supercar di Elon Musk è in orbita e fa l'occhiolino al turismo spaziale
«Prima o poi qualcuno doveva osare. Il futuro è nello spazio». Così Elon Musk, il visionario fondatore della Tesla, il primo marchio di auto solo elettriche, ha spiegato la sua decisione di mandare in orbita il suo modello di punta, la Tesla Roadst. L’auto rossa fiammante è stata in effetti caricata a bordo del Falcon Heavy, il razzo più grande e potente disponibile sulla Terra. Un razzo che è stato naturalmente prodotto da lui attraverso la sua società Space X.
Il lancio. Martedì a Cape Canaveral erano migliaia le persone assiepate per assistere a questo spettacolo di una fantascienza che non è più film. Per i lanci di prova di nuovi missili in genere si usa fare un carico bruto di cemento, per limitare i danni in caso di probabile imprevisto. Ma Musk qualche giorno prima del lancio ha detto in conferenza stampa di non voler fare le «solite cose noiose» che si fanno in questi lanci sperimentali e di voler mettere sul missile il suo gioiello. Sembrava una boutade, annunciata qualche mesa fa su Twitter («anche le cose ridicole sono importanti», ha voluto precisare Musk), ma poi tutti hanno potuto assistere in diretta streaming al caricamento dell’auto sulla punta del razzo.
Immagini da un abitacolo nello spazio. Era dato come altamente probabile che il Falcon Heavy fosse destinato a polverizzarsi in un’esplosione e la Tesla con lui. Invece le cose sono andate inaspettatamente subito bene e così la Tesla Roadster si è trovata in orbita, ben legata al suo piedistallo. A bordo non c’era ovviamente nessuno, ma solo un manichino, ribattezzato Starman, con tanto di tuta spaziale. È in posizione comoda, con braccio appoggiato al finestrino come se volesse godersi lo spettacolo dello spazio. L’altra mano è invece sul volante, mentre sul cruscotto c’è la scritta ben visibile “Don’t panic” tratta dalla celebre Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams. Per qualche ora Starman ha mandato online anche delle straordinarie immagini raccolte attraverso da tre telecamere. Uno streaming spaziale trasmesso su YouTube che è stato seguito da ben 11 milioni di persone, affascinato anche dall’alta definizione delle immagini. Poi di orbita in orbita missile e auto si sono viva via allontanate dalla terra, il segnale è stato perso.
E ora la Tesla è attesa da un viaggio senza meta per miliardi di chilometri che la porterà a sfiorare anche l’orbita di Marte (tenendosene alla larga perché il suolo del pianeta per convenzione internazionale deve essere mantenuto incontaminato per scopi scientifici). Se qualche creatura extraterrestre dovesse mai imbattersi in questa Tesla, sulla targa troverà i nomi di tutti i dipendenti di Space X che hanno reso possibile questa strana impresa.
Per Musk il successo è stato doppio. Primo perché ha avuto la conferma sulla tenuta dei materiali della sua auto e dell’ottima affidabilità di questo suo razzo avveniristico. Ma il vero risultato lo ha ottenuto con la presenza di quel manichino al volante. Perché lui è il precursore del turismo spaziale che Musk sta già programmando come straordinario business per il futuro. Ci siamo, fra poco si parte...