E se gli Stati del Commonwealth non volessero Carlo come capo?

Il Commonwealth ha segretamente iniziato a pensare al possibile successore della regina Elisabetta come capo – appunto – del Commonwealth stesso. Una questione assai delicata, dato che il ruolo, a differenza della Corona del Regno Unito, non è ereditario, e quindi potrebbe non passare automaticamente al Principe del Galles, ovvero a Carlo, alla morte della regina (che compirà 92 anni in aprile e attualmente gode di ottima salute).
Si trama contro Carlo? Così, il Commonwealth ha organizzato un meeting per analizzare l’attuale amministrazione da parte dei suoi segretari e governatori. Una riunione che vede protagonisti i sette ministri più importanti del Commonwealth (il presidente della Repubblica di Kiribati, il segretario all’energia britannico, il vice-segretario delle Nazioni Unite, il ministro della difesa australiano, il ministro della finanza della Nigeria, il vice-primo ministro delle Barbados e il vice-primo ministro di Malta), riuniti al quartier generale londinese di Marlborough House. Nell’ordine del giorno non è ufficialmente prevista una discussione sulla successione al ruolo di capo del Commonwealth, ma – ha rivelato la BBC – la suddetta discussione è se non altro «aperta». Sempre stando a fonti naturalmente rimaste segrete, pare siano presenti anche funzionari in pensione provenienti dal Castello di Windsor, la fortezza medievale della royal family.
La regina è stata proclamata Capo del Commonwealth alla sua incoronazione, nel 1953, quand’era capo di Stato per sette degli otto Stati membri. Nonostante abbia acquisito il ruolo direttamente da suo padre re Giorgio VI, in verità la carica non è ereditaria e dunque potrebbe non passare automaticamente a suo figlio Carlo, che regnerebbe comunque soltanto su 15 dei 53 Stati membri. E, a quanto sembra, le nazioni del Commonwealth avrebbero espresso perplessità sulla figura del Principe del Galles.
Cosa dice la regina. La regina ha lavorato per anni in segreto per assicurare la successione a Carlo, mandando ufficiali fidati in giro per il mondo, per incontrare i leader del Commonwealth. E al CHOGM (il meeting biennale dei capi di Stato del Commonwealth) di Malta del 2015, ha dichiarato che «non potrebbe desiderare di meglio che il Principe Carlo per rappresentare la Corona nel Commonwealth, compito che il Principe esercita in modo lodevole». Anche perché Carlo ha già fatto le veci della regina in Sri Lanka nel 2013, ha visitato 41 dei 53 Stati membri e un’intera sezione del suo sito internet ufficiale è dedicata all’organizzazione, di cui è «orgoglioso sostenitore» da almeno quarant’anni. In quello stesso incontro di Malta, Trudeau le ha poco galantemente ricordato di essere «il dodicesimo primo ministro del Canada ad averla come capo del Commonwealth», ma questa è un'altra storia.
Che cos’è oggi il Commonwealth. Formalmente nominato British Commonwealth, il Commonwealth delle Nazioni, fondato nel 1931, è una deriva delle colonie britanniche e dei territori ancora dipendenti dal Regno Unito, a cui si aggiungono alcuni Stati che non hanno alcun legame con l'Inghilterra. In totale conta 53 Stati, cioè 1,8 miliardi di abitanti, ovvero il 30 per cento della popolazione mondiale. Il Commonwealth moderno ha le sue radici nelle Conferenze Imperiali che si tennero tra Ottocento e Novecento, quando alcune delle colonie britanniche iniziarono ad ottenere maggiore autonomia. Il Commonwealth attuale è tale dall’indipendenza dell’India e del Pakistan (1947): in questo periodo divenne l’organizzazione che univa le nazioni britanniche de-colonizzate. La prima costituzione del Commonwealth è recentissima: è datata 2012 e lega gli Stati membri a 16 valori democratici di base, quali uguaglianza di genere, sostenibilità economica e pace internazionale.