Papu, Petagna e passione I tre punti da cui ripartire

Papu, Petagna e passione I tre punti da cui ripartire
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L’Atalanta, a inizio marzo, è fuori da Europa League e Coppa Italia. Nessuna colpa, essere arrivati a questo punto della stagione in una situazione simile resta qualcosa di sensazionale, ma qualche ragionamento sulle cause che hanno portato alla doppia eliminazione può essere importante per crescere e chiudere il campionato con una nuova qualificazione continentale. Chiaramente, a fine stagione si potrà pure ragionare sul mercato, ma oggi tocca fare con i giocatori che ci sono, e che non sono assolutamente male.

 

 

Punto primo: serve il miglior Papu. Nella doppia sfida contro Borussia Dortmund e Juventus, il numero 10 atalantino ha avuto sui piedi quasi tutti i palloni decisivi. Nella gara di ritorno con i tedeschi è sua l’occasione più grossa per il 2-0 gettata alle ortiche, mentre la doppia semifinale con la Juve ha visto Gomez fallire il rigore del pareggio a Bergamo e colpire il palo sullo 0-0 all’Allianz Stadium di Torino. I migliori, i giocatori di riferimento e quelli che in un gruppo stanno al vertice per la qualità che hanno è normale che si trovino con la palla decisiva tra i piedi. Eppure, anche se sbaglia solo chi ci prova, è innegabile che questi tre errori di Gomez siano risultati decisivi (in negativo) per la Dea. Il calciatore argentino ha commesso qualche errore e non è nemmeno stato troppo fortunato: con un Mondiale da conquistare, il saldo di Gomez è negativo se pensiamo alle gare in cui poteva essere decisivo e non lo è stato. Ma ora è tempo di guardare avanti, se vuole andare in Russia, il Papu deve trascinare i compagni in Europa League anche in questo finale di stagione. Fallire occasioni decisive contro squadre di grande livello non è come giocare partite anonime, però adesso servono le sue giocate vincenti per puntare in alto.

 

 

Punto secondo: Petagna fondamentale per il gioco. Le quattro sfide che hanno visto l’Atalanta ben figurare nelle coppe ma uscire con tre sconfitte e un inutile pareggio, hanno una costante: Petagna fuori dai titolari. La squadra si è mossa bene, ma è innegabile che con in campo il numero 29 triestino (nella sua versione migliore) ci sia una fluidità di manovra diversa, che permette alla squadra di affidarsi a giocate diverse per raggiungere la porta avversaria con pericolosità. Per tenere in campo Ilicic e Gomez con Cristante, oltre ai due centrocampisti de Roon e Freuler più Petagna, Gasperini dovrebbe svoltare verso un rivoluzionario (almeno per lui che schiera sempre la difesa a tre) 4-2-3-1. A dire il vero, in alcune circostante la difesa a quattro è stata proposta, più con un 4-4-2 che altro, ma il senso del ragionamento è questo: con Petagna il gioco si sviluppa con l’ariete che regala profondità ai compagni che arrivano da dietro. Cambiare presuppone che il numero 29 faccia effettivamente la differenza, come avvenuto sempre in Europa, ma perché non provarci?

 

 

Punto terzo: crederci, fino alla fine. Non c’è tempo, adesso, per rimuginare sulla punta che secondo qualcuno manca enormemente (strano, l’Atalanta ha il settimo attacco del campionato esattamente come l’anno scorso...) oppure per arrabbiarsi più del dovuto per il fallo da rosso di Chiellini non sanzionato a Torino. È tutto tempo perso e sul mercato ci sono i dirigenti che già lavorano da diverse settimane. Ora è il momento si stare più uniti che mai e spingere la squadra verso una seconda qualificazione consecutiva all’Europa League che sarebbe qualcosa di pazzesco considerando gli impegni che sono stati affrontati e il grande dispendio di energie. L’Atalanta ha tutto quello che serve per arrivare tra il sesto e il settimo posto, e a partire dalla gara di domenica contro la Sampdoria la città di Bergamo dovrà formare un blocco unico con tifosi, società e squadra concentrati al massimo per un centrare l'obiettivo: giocare di nuovo in Europa League.