Le proposte 5stelle per la famiglia Un approccio nuovo e deciso

«Un Paese che vorrebbe fare figli ma non può permetterseli è un Paese che non ha futuro. Noi vogliamo agire sul welfare delle famiglie come priorità e portare la spesa dall’1,5 per cento attuale, sotto la media europea, al 2,5 per cento del Pil, eguagliando il livello francese». È quanto aveva detto Luigi Di Maio, interrogato come gli altri leader sulle misure sociale previste nel suo programma dal sito Vita.it. Ora intenzioni sono state ribadite da un post pubblicato sul Blog delle Stelle: «17 miliardi per la crescita demografica dell’Italia» è il titolo. Il testo evidenzia dettagli di un programma che può trovare consensi anche nella Lega di Salvini.
Misure pro famiglie. L’approccio dei 5Stelle al tema è inedito nella politica italiana, che ha sempre cullato il tema della famiglia più come valore “morale” che come nucleo concreto. La porta d’ingresso è infatti quella della denatalità: come combatterla? Come rialzare quel trend che porta l’Italia a perdere popolazione nonostante l’afflusso di migranti? Le risposte al problema inevitabilmente sono forme di sostegno ha chi ha o vuole figli: cioè le famiglie. Finanziare gradualmente nell’arco di cinque anni per costruire una rete di sostegno alle famiglie con figli. Per fare un esempio molto concreto, una misura riguarda la riduzione dell’Iva sui prodotti per l’infanzia, a partire dai pannolini. Oggi è al 22 per cento, scenderebbe al 4 per cento.
Maternità e dintorni. Poi ci sono progetti più ambiziosi. «Intendiamo garantire 150 euro al mese per tre anni dalla fine della maternità per le donne che rientrano al lavoro, sgravi contributivi per tre anni per le imprese che mantengono al lavoro le lavoratrici dopo la nascita del figlio», ha spiegato Di Maio. Una proposta allineata con quella della Lega che prevede contributi a datori di lavoro che attivino contratti di che prevedono flessibilità oraria per i genitori; reintegrazione per i genitori che sono stati assenti dal posto di lavoro per motivi familiari; agevolazioni fiscali per i datori di lavoro che assumono personale in sostituzione di lavoratrici in maternità. La Lega ha proposto anche una Carta famiglia, cioè agevolazioni per sostenere i nuclei con almeno un figlio a carico che prevede la riduzione di costi e tariffe per l'acquisto di beni e la fruizione di servizi importanti nella vita familiare.
Il congedo parentale. Poi nel programma dei 5Stelle è previsto l’innalzamento dell’indennità di congedo parentale dal 30 per cento della retribuzione all’80 per cento, l’innalzamento dell’indennità di maternità dall’80 al 100 per cento e, sul fronte degli anziani, l’innalzamento dell’importo detraibile per l’assunzione di colf e badanti. Oggi si possono dedurre, cioè sottrarre dal reddito imponibile, fino a 1.500 euro sui contributi versati per la futura pensione della baby sitter.
L'articolo 18. «Siamo convinti che il problema della denatalità sia collegato anche alle condizioni del mondo del lavoro», è la linea di Di Maio. «Il Jobs Act ha dato il colpo di grazia alla stabilità del posto di lavoro e alle prospettive future di milioni di giovani potenziali famiglie». Per questo i 5Stelle propongono di reintrodurre l’articolo 18 nelle aziende sopra i 15 dipendenti: idea che certo la Lega non potrebbe digerire, vista l’identità del suo elettorato.
Sul Blog delle Stelle i commenti ovviamente arrivano a raffica. Alcuni emblematici questo: «Speriamo che nel nostro paese fare un figlio possa diventare una gioia e non un problema o un lusso per pochi».