Il super ventilatore

Pensieri segreti di una commessa Il trauma del condizionatore

Pensieri segreti di una commessa Il trauma del condizionatore
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Che caldo! So che l’ave te pensato tutti almeno una decina di volte questa settimana. Come tutti gli anni, prima o dopo, il caldo è arrivato. Si sa che giugno e luglio sono i mesi più duri e soprattutto che se l’estate arriva in sordina come quest’anno l’impatto con la canicola sarà faticoso. E voi vi eravate preparati all’estate? Eravate coscienti che ancora una volta bisognava sudare e fare i conti con le zanzare e il sole che scalda le stanze da letto? Ve lo dico io: no. Ogni anno centinaia di clienti sembrano sbarcati da Marte appena la temperatura supera i 25 gradi. Ma come, il sole scotta così tanto? Eppure che io sappia il ciclo delle stagioni è immutato da secoli, non c’è stato nessun cataclisma che abbia fatto pensare a un inverno eterno. Mi sbaglio?

 

 

«Beata lei!». Il giorno successivo al primo sole cocente, eccovi arrivare tutti in massa, disidratati e alla ricerca di sollievo. I condizionatori del centro commerciale sono a palla già da maggio, costringendo noi poveri lavoratori a indossare la sciarpa quale segnale del passaggio di stagione. Una commessa capisce che l’estate è arrivata dalla seguente frase: «Beata lei che lavora qui al fresco!». E certo, non ho altri metodi per rinfrescare le mie estati se non farmi assumere da un centro commerciale. Mi ha scoperto furbacchione! Ora tremo perché quando scadrà il mio contratto ci saranno orde di persone pronte a farmi concorrenza per venire a lavorare al fresco. Se la commessa che avete di fronte diventa paonazza, non è un guasto dell’aria condizionata, io vi ho avvisato.

Alla ricerca del condizionatore. Comunque, siccome non potete accamparvi qui in galleria (per ora), volete ricreare questo ambiente salubre anche a casa vostra. Insomma, volete un condizionatore da portare via. Siccome è troppo tardi per pensare di farsene installare uno serio di quelli a muro, volete sopravvivere portandone via almeno uno con le rotelle. « L’anno prossimo ci pensiamo per tempo» dice il padre di famiglia previdente mentre si avvicina a voi con fare esperto. Prego tutti i lettori di appuntarsi in un posto ben visibile questo proposito, perché so bene che appena arriverà settembre penserete soltanto alla legna e ai pellet. Vi svelo infatti che il mercato gioca sempre d’anticipo; tende a prevedere i vostri bisogni, a imboccarveli comodamente. Ne è un esempio la collezione primavera che viene esposta a gennaio o i cappotti che compariranno ad agosto. Ma questo non è più sufficiente per voi; non avete visto per tutti questi mesi i vari modelli di condizionatore che ingombravano le nostre corsie facendo la polvere. Vi sentite quindi anche originali nel chiedere: «Voglio un condizionatore da camera». La commessa va in automatico col disco «Li-abbiamo-finiti-posso-ordinarlo-arr iva-in-due-settimane». A questo punto seguirà una faccia sgomenta del capo tribù e una faccia irosa della consorte con conseguente inserimento del disco: «te l’avevo detto».

 

 

Il super ventilatore. Cerca quindi di rimediare alla disfatta con un ventilatore che possa momentaneamente far loro superare la prossima notte. Di ventilatori ne sono rimasti ancora alcuni. Ovviamente a questo punto dovrà essere un aggeggio professionale di alta tecnologia e in grado di sviluppare un vento tale da svergognare la Bora. Scartiamo subito i soliti piccoli ventilatori da tavolo con tre velocità, che alle mogli non rinfrescano nemmeno le idee, figuriamoci il sonno. Volete di più, una pala più grossa, con cinque marce regolabili con un telecomando a distanza anche stando nel vostro ufficio, con l’asta allungabile a rotelle che possa rinfrescare volendo anche le travi, con nebulizzatore di aromi temporizzato e poi silenzioso. Un ventilatore del genere esiste, ma vi costa più che farvi l’impianto di condizionamento a muro. Lui prova a fare questa timida obiezione, ma la commessa ormai punta tutto sulla moglie che sta già pregustando la brezza marina che tale marchingegno produrrà stanotte...

E per finire vorremmo donarle in omaggio uno schiavo che le serve un mojito, se la legge non ce lo proibisse. La tirata della perfetta venditrice è conclusa e non si sa come il ventilatore è già nel carrello mentre ancora il marito prova a trovare una motivazione per evitare l’acquisto. «Siamo stati fortunati che c’era ancora questo!» lo rimprovera la moglie avviandosi verso le casse. Ma i furboni estivi non sono finiti qui.

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