Alta Via delle Grazie, la Bergamasca ha finalmente il suo Cammino
«Quando le tue gambe sono stanche, cammina con il cuore». È una citazione attribuita a Paulo Coelho a caratterizzare la Charta Peregrini ideata per il cammino dell’Alta Via delle Grazie, un nuovo percorso tra arte, fede e natura ideato in Bergamasca sullo stile di quello celeberrimo che conduce a Santiago de Compostela in Spagna, dove sono conservate le reliquie di San Giacomo Maggiore.
L'idea e chi c'è dietro. L’idea è nata in Valle Seriana grazie a Gabriella Castelli, 42 anni, con esperienze negli ostelli per i pellegrini di Santiago e attualmente impegnata nel convento dei Frati Cappucci di Sovere, luogo fulcro della tappa inaugurale programmata per domenica 15 luglio 2018. Formalmente è l’ottava delle dodici che compongono il Cammino, e terrà a battesimo il nuovo articolato percorso con partenza alle 9 dalla parrocchiale di Castione (info al 3484527583). A supportare Gabriella in quest’idea senza dubbio importante, ci sono Giamba Merelli, di Vertova come lei, e l’associazione brianzola Cammino di Sant'Agostino, presieduta da Renato Ornaghi. Un riferimento carico di esperienza, dato che negli anni ha alacremente lavorato per creare un pellegrinaggio a piedi che raggiunge i 620 chilometri in 26 giorni, collegando una cinquantina di santuari mariani posti in sette diverse province lombarde.
Il percorso e gli strumenti. Se a Santiago il simbolo è una conchiglia, per la Bergamasca è stato scelto un quadrifoglio blu, posto al centro di un rettangolo giallo e incastonato in una corona circolare con le stelle d’Europa. L’Alta Via delle Grazie dispone di una propria credenziale – il cosiddetto passaporto del pellegrino su cui è possibile raccogliere i timbri delle varie tappe nonché quello di Finis Viae – e di una mappa complessiva, richiedibile in formato .pdf alla pagina Facebook Alta Via delle Grazie, dove è disponibile anche il link alle tracce gpx delle singole tappe. A breve potrà essere implementato un adeguato sito internet, legato a quello già esistente, ideale porta virtuale per scoprire non solo i cammini lombardi, ma anche le connessioni con la via Francigena oppure la via Postumia.
Il percorso ad anello dell’Alta Via delle Grazie si snoda a partire dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie di Bergamo per 315 chilometri complessivi e 12 giornate di cammino. Il luogo di partenza, legato proprio alla devozione che dà il nome all’intero percorso, ha un’estrema vicinanza con la stazione ferroviaria di Bergamo (poche decine di metri) e con i collegamenti rapidi verso l’aeroporto di Orio al Serio. Un elemento che potrebbe catturare l’attenzione di tanti pellegrini che dopo l’esperienza di Santiago potrebbero vagare sul web in cerca di nuove ipotesi di cammino.
Giorno per giorno. Secondo la tabella ideata, il primo giorno prevede di salire a Selvino, salutando oltre al Santuario cittadino delle Grazie anche quello della Beata Vergine del Perello, nella frazione Sambusita del comune di Algua, in Val Serina. Il secondo giorno si scende verso Vertova, senza dimenticare, nella vicina Colzate, il Santuario di San Patrizio, che addirittura campeggia, insieme alle Cascate del Serio, nel logo della Comunità Montana Valle Seriana. Il terzo giorno i pellegrini sono invitati a salire da Vertova a Premolo, toccando la Madonna della Mercede a Barbata di Bondo di Colzate e la Madonna del Frassino a Oneta, in Val del Riso. Il quarto giorno, salendo da Premolo a Gromo, si tocca il Santuario della Madonna delle Lacrime, che a Ponte Nossa è anche chiesa parrocchiale e ricorda la miracolosa lacrimazione mariana (la prima certificata addirittura con un atto notarile) del 1511. Il quinto giorno si sale da Gromo a Valbondione, mentre il sesto si scende ad Ardesio, dove il Santuario della Madonna delle Grazie è meta obbligata ogni anno per migliaia di pellegrini. Un luogo rispetto al quale negli ultimi anni è stato sviluppato un attento lavoro di valorizzazione. Online è disponibile addirittura una visita virtuale.
Il settimo giorno si passa a Castione della Presolana, con visite intermedie al Santuario della B.V.Addolorata di Clusone (senza dimenticare la Basilica di S.Maria Assunta) e alla Madonna delle Grazie di Sommaprada a Rovetta. L’ottavo giorno la tappa scelta per l’inaugurazione di domenica 15 luglio, con passaggi alla Madonna delle Grazie di Lantana (Dorga di Castione della Presolana) e al Santuario della Natività di Maria Vergine a Novezio. Il nono giorno i pellegrini dovranno… camminare sulle acque, dato che viene suggerita la visita alla Santa Maria in Valvendra a Lovere e, soprattutto, alla Madonna della Ceriola posta sulla sommità di Montisola nel bel mezzo del lago d’Iseo. Il decimo giorno dalla Val Cavallina si torna in Valle Seriana, raggiungendo Gandino dopo aver visitato la Beata Vergine della Torre a Sovere ed il Santuario della Madonna d’Erbia a Casnigo. Esso conserva fra l’altro un’originalissima reliquia: la veste talare di San Giovanni Paolo II Papa, donata ai coniugi casnighesi Mario Franchina ed Emma Torri per espressa volontà del defunto Pontefice.
Madonna Ceriola a Montisola
Madonna Torre a Sovere
Santuario dell'apparizione Ardesio
Sommaprada Rovetta
Da Gandino (dopo aver ammirato la monumentale Basilica di S.Maria Assunta e il vicino museo di arte sacra) è previsto, l’undicesimo giorno, il trasferimento a Fiobbio, paese natale della Beata Pierina Morosini. Lungo il tragitto soste importanti al Santuario di Altino (in territorio di Vallalta di Albino) e a quello di Santa Maria del Misma a Casale di Albino. La “città del Moroni” riserva importanti soste intermedie anche per l’ultima giornata, quella del ritorno a Bergamo: la Madonna della Gamba a Desenzano e la Madonna del Pianto ad Albino. Prima del ritorno in città, soste anche alla Madonna della Misericordia dello Zuccarello (Nembro) e al Santuario cittadino dell’Addolorata in Borgo Santa Caterina e finale a Bergamo Alta, in Santa Maria Maggiore. Importante rilevare che lungo il percorso, ad ogni tappa, sono stati identificati luoghi utili all’ospitalità dei pellegrini: case parrocchiali, monasteri, conventi.
I percorsi hanno aspetti di suggestione paesaggistica, storica, culturale e religiosa di grande spessore. A Santiago è noto come il bastone del pellegrino (bordón in spagnolo) fosse un simbolo del sostegno di Dio ad ogni uomo in cammino. Chissà che l’Alta Via delle Grazie non lo diventi anche per la promozione e la riscoperta della Bergamasca.