La lettera di Fabio Gennari

Sul ritorno del Bocia allo stadio (nella vita bisogna andare avanti)

Sul ritorno del Bocia allo stadio (nella vita bisogna andare avanti)
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Credo che sia arrivato il momento giusto perché il Bocia, al secolo Claudio Galimberti, torni al suo posto dentro lo stadio. Prima di spiegare il mio pensiero, ci tengo a sottolineare alcune cose molto importanti. Il rispetto della legge, per me, è qualcosa di sacro e mai allo stadio si possono tollerare episodi di violenza, che con il calcio non hanno nulla a che vedere. Allo stesso tempo, lo dico da papà di due bambine piccole, è allucinante vedere la polizia all’esterno degli impianti quando la prima immagine che dovrebbe accogliere i tifosi, grandi e piccini, sarebbe bello fosse invece quella di un pallone gigante, magari pure da mangiare o da cui potrebbero uscire tanti palloni da calcio con cui giocare.

Dicevo del Bocia e del fatto che sia arrivato il momento giusto per rientrare. In questo paese ci sono tante leggi, alcune sono chiare e altre un po’ meno, ma non è questo il momento di parlarne. In qualsiasi caso, chi sbaglia è giusto che paghi. Anzi, se sei recidivo è pure normale che ti becchi il massimo di quanto previsto. Però il tempo che passa è una variabile fondamentale e quando uno ha sbagliato e pagato è giusto che abbia un’altra possibilità. Che si chiami Fabio Gennari, papa Francesco o Claudio Galimberti.

 

 

Conosco personalmente il Bocia e molti altri ragazzi della Curva, non ho mai condiviso le derive violente che nel passato sono state prese in certe situazioni ma oggi, da osservatore diretto che vede quasi tutte le partite allo stadio e quindi vive in prima persona l’atmosfera dentro e fuori dagli impianti, mi sembra che di problemi non ce ne siano davvero più. Lo stadio di Bergamo, luogo che in passato era stato teatro di brutte pagine di cronaca, è diventato un polmone di belle emozioni che ogni volta che ci metti piede ti senti meglio. Così a Reggio Emilia, così in giro per l’Italia e per l’Europa.

Sono convinto che non vada mai abbassata la guardia e le mie parole non vogliono essere una difesa d’ufficio per nessuno (ci sono avvocati e pubblici ministeri che “giocano” quelle partite) ma non posso nascondere un pensiero che ieri sera allo stadio ho condiviso con alcuni amici e che mi sento di rendere pubblico: in questo momento, vedo solo tanti benefici per tutti se il Bocia torna allo stadio. Oltre allo sciopero di un quarto d’ora andato in scena nel primo tempo, penso che la situazione in cui è ora coinvolto il leader della Curva Pisani sia l’unico tema di frizione tra una parte della tifoseria e le forze dell’ordine.

 

 

Non sono abbastanza preparato per decidere chi ha ragione e chi ha torto ma da libero cittadino, prima ancora che da giornalista, devo riconoscere che quanto accade intorno all’Atalanta negli ultimi anni è qualcosa di magico. Alla Festa della Dea e in tutte le occasioni in cui c’entra la squadra orobica, si respira qualcosa di bello. Ho visto Claudio da vicino nei giorni della Festa ed è il solito malato di Atalanta che ho sempre conosciuto. Perché non dargli la possibilità di rientrare? Perché non mettere da parte le tensioni del passato e provare ad aprire una nuova linea di credito nei confronti suoi e degli ultras?

In passato hanno combinato casini anche molto grossi. Ci sono state diffide, processi, accuse, assoluzioni e tutto il resto. La giustizia ha fatto e farà il proprio corso. Non è necessario che ci si stia simpatici ma se da una parte c’è una tifoseria caldissima che si distingue (ormai da tempo) per cose belle e non per brutti episodi di cronaca e dall’altra ci sono le forze dell’ordine che senza tensioni possono vivere e lavorare meglio durante le partite, perché non provarci? Mi rendo perfettamente conto che non è una situazione facile ma allo stesso tempo sono convinto che basti poco per dare una grande spinta positiva verso una soluzione buona per tutti.

 

 

Ciò che interessa davvero al mondo Atalanta è che andare allo stadio sia una festa, ciò che risulta prioritario per chi lavora ogni giorno per la nostra sicurezza è che non ci siano problemi. Ciò che interessa a noi della stampa è parlare solo di calcio, magari di Gasperini che si incazza per il mercato o di un’occasione fallita da Zapata. Sono anni che non parliamo più di cose brutte e quando allo stadio si sono respirate tensioni è stato per colpa dei tifosi avversari.

Queste parole non chiedono un passo indietro a nessuno, non mi permetterei mai di farlo perché ho troppo rispetto del lavoro degli altri. Però sono convinto che un passo avanti, nella stessa direzione, si possa fare per il bene dell’Atalanta, dei tifosi e della città di Bergamo. Chiaramente, tutti devono restare al proprio posto e al primo problema, alla prima violenza e al primo tradimento di una nuova linea di apertura è giusto e sacrosanto che scatti nuovamente il ricorso agli strumenti che la legge mette a disposizione. Anche i più duri, anche con diffide esemplari. Il calcio è di chi lo ama, l’Atalanta è qualcosa di incredibilmente importante per tantissima gente e credo che sia il momento giusto perché Claudio “Bocia” Galimberti torni al suo posto in Curva Pisani.

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