Il ruggito d’agosto di 7.680 leoni

Ad un certo punto, sembrava di stare dentro ad uno di quei videogiochi dove spari contro un muro di gomma e i proiettili tornano indietro. Atalanta–Copenaghen è stato un tiro al bersaglio, magari i nerazzurri sono stati meno lucidi di altre volte, ma il volume di gioco espresso e la grande voglia di vincere dei giocatori di Gasperini ha dimostrato senza alcun dubbio che la formazione orobica è assolutamente padrona del proprio destino. Di certo, lo spettacolo nello spettacolo sono stati i 7.680 bergamaschi presenti al Mapei Stadium: dal primo all’ultimo minuto il sostegno è stato incessante.








Caldo, umidità e zanzare: clima complicato. Il pomeriggio agostano con avvicinamento a Reggio Emilia non è una novità per chi si è sciroppato tutti i preliminari della Dea, ma questa volta, con la temperatura che in autostrada tocca i 37 gradi e le bibite dell’Autogrill che sembrano la bottiglia più pregiata del mondo, la sensazione di caldo opprimente è decisamente forte. Nei dintorni del Mapei Stadium i paninari fanno affari d’oro con sandwic e birre e alle 18 il brulicare di gente nelle vie di accesso all’impianto emiliano è già ai massimi livelli.
Alla fine il conto si fermerà a 7.680 e considerando il periodo, la distanza da casa e il fatto che magari molti sono appena rientrati dalle ferie al lavoro - e quindi non possono prendere altri permessi - c’è pure da essere molto soddisfatti. Sulle tribune, il livello canoro dei tifosi si alza subito parecchio e la conferma che non si giocherà in un acquario, ma in una bella bolgia arriva già all’ingresso delle squadre che vengono accolte con un bel ruggito della Tribuna Sud.












Barrow fumoso, Zapata potente, Gomez sfortunato. Dopo nemmeno 30 secondi, Barrow riceve palla da Freuler ma cincischia con il dribbling e alla fine quella prima fiammata (subito spenta) sarà l’emblema della partita del gambiano: tanto fumo, poco arrosto e un’occasione mancata per essere decisivo. I tifosi comunque lo applaudono all’uscita dal campo e la spiegazione è semplice: a 20 anni è normale incappare in serate senza grande gloria sotto porta e la cosa più importante è stare sereni e pensare subito alla prossima.
Gli altri compagni dell’attacco orobico, Zapata e Gomez, alla fine non riescono a sfondare. Il colombiano ci prova di potenza scatenando l’entusiasmo del pubblico a più riprese mentre il Papu cerca prima il gol da antologia con un pallonetto da centrocampo e poi con un destro a giro che liscia la barba al palo e si spegne sul fondo a pochi metri dai tifosi sudati e un po’ sfiduciati dopo l’ennesimo tiro senza fortuna che arriva dalle parti di Joronen. Poco male, ragazzi: settimana prossima andrà meglio e ne siamo convinti tutti quanti perché in campo c’è stata solo l’Atalanta.








Ora tutti a Copenaghen, è la gara dell’anno. L’immagine più bella della serata, in una gara senza reti e quindi con pochi uomini da copertina, la regalano i tifosi dell’Atalanta. I lanciacori a dorso nudo sono bagnati fradici di sudore, in Tribuna sud campeggia più il rosa abbronzato della pelle che il nerazzurro delle magliette e l’applauso che viene tributato subito dopo il fischio finale è qualcosa che solo i tifosi della Dea possono capire.
A Copenaghen ci saranno probabilmente oltre 700 atalantini e anche da questo punto di vista il confronto con i 146 arrivati da Copenaghen è stravinto ma quello che conta davvero in questo momento è che i giocatori nerazzurri recuperino al meglio per presentarsi al Telia Parken con l’unico obiettivo di fare gol. Non sarà semplice ma nemmeno troppo complicato e, soprattutto, a Copenaghen anche i padroni di casa dovranno pensare a segnare a meno che puntino diretti ai calci di rigore.