Rigoni, il bel regalo di compleanno che si è (ci ha) fatto Luca Percassi
Da quattordici anni la Roma non subiva 17 tiri in porta nel primo tempo di una partita. All’Olimpico, Gasperini ha lasciato fuori sette titolari pensando al Copenaghen. Ma bisognerà cambiare il modo di chiamare i giocatori dell’Atalanta perché di questa squadra, in questa squadra, tutti sono titolari e nessuno è riserva.
Chiedete a Eusebio Di Francesco che cosa ne pensa: il primo tempo della Dea a Roma è stato fantastico, la sublimazione del calcio spettacolo gasperiniano, che ha letteralmente tramortito i giallorossi. Capaci però, nella ripresa, di una reazione d’orgoglio che ha consentito loro di pareggiare 3-3 una partita che nel primo tempo consideravano persa. È impressionante come Pasalic, Adnan e Rigoni, che all’Atalanta sono appena arrivati, abbiano già memorizzato i dettami del tecnico, quasi che di questa squadra non fossero neoacquisti ma esperti navigatori. Per non dire di Valzania e Pessina. Il pareggio di Roma vale come una vittoria: a tre giorni da Copenaghen, l’Atalanta ha dimostrato di vivere un periodo di forma molto brillante. E di avere centrato la campagna acquisti.
Prendete Rigoni, che di nome fa Emiliano, come Mondonico: nomen omen atalantino, verrebbe da dire. Rigoni, che un esordio con questi botti non poteva certo immaginare, è il regalo di compleanno che Luca Percassi si è fatto e ha fatto all’Atalanta, firmando con Giovanni Sartori il blitz che ha portato in nerazzurro l’argentino con passaporto italiano. Sabato scorso, Luca ha compiuto 38 anni: Rigoni ha voluto festeggiare ieri sera all’Olimpico. Alla grande. Come l’Atalanta: questa è davvero una grande squadra.