emergenza in vista

Verso la pensione 25 mila medici Allarme camici vuoti negli ospedali

Verso la pensione 25 mila medici Allarme camici vuoti negli ospedali
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Già hanno trovato un nome per loro: i “ghost doctors”. I medici fantasma. Camici bianchi, per stare alla metafora, dentro i quali non ci saranno più le persone. Non è il soggetto di un film di fantascienza di prossima uscita sui nostri schermi, ma è uno scenario realissimo che molti temono per il nostro Paese. È una delle conseguenze della quota 100, la riforma della “riforma” pensionistica che il governo giallo-verde si appresta a varare con la prossima legge di Stabilità. Com’è facile intuire la possibilità di anticipare a 62 anni l’uscita dal mondo del lavoro nel caso si abbiano 38 di contributi, porterà tutte le categorie a uscite di massa. Ma se per tanti settori questi potrebbe tradursi in un ricambio generazionale, per la classe medica le cose si mettono diversamente.

Secondo i calcoli fatti dall’Anaao potrebbero andarsene dalle corsie degli ospedali in un anno ben venticinquemila camici bianchi. Un vero terremoto, a cui ne seguirebbero altri negli anni successivi, con uscite più numerose di quelle oggi previste. In cinque anni, sempre secondo l’Anaao, l’Italia finirebbe per perdere settantamila camici bianchi. Il 2019 potrebbe aprire le porte in particolare a quattro scaglioni che se ne andrebbero in blocco, aprendo una voragine nel sistema che finirà con il mettere in crisi soprattutto le strutture sanitarie più piccole e più periferiche.

L’età media della classe medica italiana è infatti alta: supera i 50 anni. Già oggi il ricambio generazionale è faticoso, perché i dottori che escono dalle università non sono sufficienti a coprire tutti i posti: da qui anche le recenti polemiche sul numero chiuso a medicina lanciato da molti personaggi pubblici.

Ci sono poi altri fattori che indurrebbero i medici ad approfittare della porta aperta dalla riforma Salvini. Il primo è quello degli stipendi. I medici del sistema sanitario sono senza contratto da nove anni e hanno paghe che a questo punto, con i mancati aumenti, sono ridotte della metà rispetto a gran parte dei loro colleghi europei (secondo l’Anaao) ogni medico ha perso trentunmila euro di mancati aumenti). Inoltre, sempre secondo il sindacato che ha lanciato la denuncia, ai camici bianchi italiani non vengono pagati circa quindici milioni di straordinari l’anno. Un credito che va sommato alle ferie non godute per via delle emergenze che le strutture sanitarie vivono ormai sistematicamente. Ma le ferie sono un’ulteriore arma per l’anticipo delle pensioni. Le carenze di organico espongono i medici a stress lavorativi fuori dalla norma. Con il rischio di incorrere in errori e di doversi sobbarcare pesanti percorsi giudiziari nei caso sempre più frequenti di denunce da parte dei pazienti.

Vedremo come il governo affronterà questa che si prospetta come una vera emergenza dei prossimi anni e che rischia di piegare le ginocchia a un sistema sanitario, che con tutte le sue pecche, l’Italia può vantare come propria eccellenza, per le caratteristiche di qualità e sopratutto di universalità del servizio.

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