Cris Brave e Andrea, una storia di sogni, amicizia e... insulti

Dopo il trionfo di San Siro, anche l’abbraccio del suo paese. Sabato 15 settembre, alle 21.30, Cris Brave si è esibito sul palco con La panchina, il brano che l’ha reso famoso al grande pubblico quando, nella notte dello scorso 1 giugno, ha sbalordito gli ottantamila del Meazza durante il concerto di Fedez e J-Ax. L’abbiamo incontrato per ripercorrere insieme questi mesi e dare una sbirciatina a quello che lo aspetta. Con lui c’era Andrea Curto, amico e membro del suo team, nonché assessore di Curno. Insieme ci hanno raccontato una splendida storia di amicizia e di collaborazione, di complicità e di differenze, di difficoltà e di grandi risate. Insomma, una storia di vita di due ragazzi che hanno provato a mettersi in gioco per realizzare i loro sogni. E si può proprio dire che ci sono riusciti.
Come è cambiata la tua vita dopo San Siro?
Cris: «Non è cambiata molto, faccio sempre le mie attività. L’unica differenza è che ora abbiamo un progetto e lavoriamo in team, io, Andrea e un altro ragazzo. Stiamo vedendo quale potrebbe essere la strada migliore per trovare il nostro focus. Intanto continuo a scrivere canzoni, che però non sappiamo quando usciranno, perché stiamo cercando di ampliare il mio personaggio a 360 gradi. Continuo a fare interventi, a parlare alle persone e a mandare messaggi. Il nostro progetto va oltre la musica».
Ma sono progetti top secret o ne possiamo parlare?
Andrea: «Cris continua a esibirsi con La Panchina, recentemente siamo stati anche a Bologna. Poi, novità di questi giorni, abbiamo cominciato a pubblicare dei video sul suo canale Youtube. Siamo contenti perché abbiamo già quasi quattromila iscritti. Inoltre abbiamo in programma altre date ufficiali, e la partecipazione di Cris all’evento “Diversamente comici” che si terrà a Rozzano».
Cris: «È uno spettacolo che la Nazionale Comici presenta tutti gli anni, e questa volta il presentatore sarò io, insieme ad altri. I comici saranno principalmente di Colorado e di Zelig. Per questo ti stavo dicendo che la cosa si sta un po’ ampliando».
E a livello musicale i testi li scrivi sempre tu?
Cris: «Sì, però secondo me una mano ogni tanto non guasterebbe. Anzi, penso che potrebbe aiutarmi a migliorare il mio metodo di scrittura. E poi non basta avere i testi, devi avere una produzione dietro e uno studio. Sono cose che per adesso noi ancora non abbiamo, ma ci stiamo lavorando».
E con Fedez e J-Ax? Ci saranno altre collaborazioni?
Cris: «Un servizio delle Iene, non sappiamo ancora la data precisa. Io con Fedez sono in contatto ma, per il momento, come collaborazione musicale non c’è in ballo niente».




E invece la vostra collaborazione come è nata?
Andrea: «Nasce da una bella amicizia che parte da Curno. Il nostro è un paese grande in quanto a superficie, ma piccolo a livello di conoscenze, tutti conoscono tutti. Io e Cris abbiamo recentemente ritrovato una foto di noi da bambini, fatta al Cre, di cui entrambi ignoravamo l’esistenza. Da piccoli non ci frequentavamo, abbiamo due anni di differenza e in quella fascia di età si sentono. In situazioni un po’ più comunitarie come il Cre ci si vedeva, ma niente di più. L’incontro vero e proprio è stato in oratorio. Io avevo 17 anni e facevo l’animatore, Cris ne aveva 15».
Cris: «Eravamo ragazzetti, con le prime cavolate e le prime ragazze. Ci divertivamo a chiacchierare su queste cose. Avevamo due compagnie diverse, due vite diverse, ma allora non c’era l’abitudine di andare fuori Curno, a Bergamo o nei locali. Quindi ci si incontrava tutti i giorni in piazza e alla fine si faceva comunella, si rideva e si scherzava. Io da ragazzino tendevo a non disturbare troppo Andrea, pensavo fosse più grande, che avesse i suoi impegni, ero un po’ in soggezione e cercavo di disturbarlo il meno possibile. Adesso la soggezione è passata, lo guardo in faccia e, se c’è bisogno, lo insulto pure».
Andrea (ride, ndr): «All’inizio il nostro rapporto non era così forte, ma andavamo d’accordo. Alle superiori facevamo anche la stessa scuola, l’Itis Marconi di Dalmine, e ci incontravamo nei corridoi all’intervallo».
Cris: «Andrea era rappresentante d’Istituto, ha sempre avuto questo carisma da leader. Io ero il ragazzetto che si sentiva diverso, che tentava di stare fuori dal gruppo e che aveva sempre qualche problema. Mentre lui sembrava avere sempre tutto sotto controllo. Eravamo molto diversi, due poli opposti che però si completavano. Anche quando siamo cresciuti lui è rimasto un leader carismatico mentre io sto sempre sulle mie, e se una persona non mi va bene lo si capisce, non riesco a far finta che mi piaccia. Ora che sono cresciuto e ho la responsabilità di un team, sto cercando di imparare».
Andrea: «Siamo diversi ma in realtà anche molto simili. Ho dei ricordi di quando è cominciata la nostra amicizia. Cris cantava per passione e faceva il massimo che poteva, ma senza i grossi risultati di adesso. Io avevo i miei sogni e ci confidavamo. Gli parlavo della mia passione per la politica, lui della sua passione per il rap. Ci dicevamo: le nostre passioni non sono compatibili, però ci supportiamo. Sapevamo che avremmo potuto contare l’uno sull’altro in caso di bisogno. Poi, crescendo abbiamo realizzato i nostri sogni. E abbiamo pure trovato il modo di rendere compatibili le nostre passioni».
Cris: «Ti racconto un aneddoto. Prima ancora di sapere con che gruppo politico Andrea si fosse candidato, già sapevo che sarei stato con lui. È l’amico che, da ragazzino, mi ha sempre dato una mano. Tante volte avrei voluto essere lui, che aveva apparentemente tutto sotto controllo ed era rispettato da tutti. Io invece ero uno che se ne stava per i cavoli suoi e che se doveva mandare qualcuno a quel paese lo faceva con facilità, mettendosi nei “casini”. Andrea mi ha sempre dato una mano a livello umano, oltre a essere per me un esempio. Per lui come politico ci metto la mano sul fuoco. Abbiamo iniziato a lavorare insieme e quando si è prospettata la possibilità l’ho voluto nel mio team».
Come è nata la collaborazione vera e propria?
Andrea: «Proprio qualche giorno fa ci chiedevamo quando fosse cominciato il tutto. Poi Cris è andato a controllare sui social, perché in quell’occasione avevamo postato una foto: era il 3 marzo scorso. Noi comunque ci siamo sempre sentiti e supportati e lui, prima di San Siro, era già noto perché aveva fatto il video con i The Show, che sono degli youtuber con due milioni di iscritti. Il video si chiama “Le cinque cose che un disabile può fare”: è da lì che Cris ha avuto questo slancio. Prima era abbastanza autonomo dal punto di vista professionale, perché non aveva tantissime richieste. Da lì è nato invece il bisogno di qualcuno che lo seguisse. Io ho studiato anche Social Media Management e gli ho detto che avrei potuto dargli due dritte. Ci siamo trovati e alla fine mi sono detto che, nonostante i miei tanti impegni, volevo credere in questa cosa: così abbiamo deciso di collaborare. Da lì si è evoluto tutto e ora stiamo lavorando tantissimo».
Cris: «Prima di Andrea e del lancio con i The Show io collaboravo già con da anni con un mio amico. Questa collaborazione continua, lui è uno un po’ antisocial e non vuole comparire, ma ci tengo a precisare che nel team siamo in tre, più il nostro manager».
Andrea: «C’è tanta fatica in tutto questo ma la cosa che dico sempre io è che, oltre a lanciare un messaggio, troviamo comunque sempre il modo di divertirci. Anche quando abbiamo girato il video, nonostante le prove siano durate 4 ore e nonostante la lunga fase del montaggio, abbiamo trovato il modo di riderci sopra».
Cris: «Io sono molto paranoico e chiamerò Andrea tipo mille volte al giorno. Ogni volta che devo chiamarlo mi viene l’ansia, ma ormai senza la sua opinione non mi muovo, ho bisogno del supporto e del conforto di una persona di cui mi fido ciecamente. Lui mi dice le cose in faccia e per intero, non a metà come spesso fanno con me per paura di urtare la mia sensibilità. Ho vissuto tutta la vita queste situazioni, e ora ho bisogno di una persona come lui, che mi dia una visione chiara e obiettiva delle cose».
Andrea: «Ci completiamo. Abbiamo due modi diversi ma complementari di affrontare la vita. Io cerco forse di vedere anche i lati negativi delle situazioni, ma è anche il mio modo per proteggerci. Di Cris ammiro tantissimo che quando ha una cosa in testa non gliela toglie nessuno, ci lavora, è caparbio e determinato. Anche io sono così, ma lui in un modo ancora più forte. Quando poi siamo insieme, uniamo gli ingredienti e viene fuori questa miscela esplosiva».
Cris (guarda Andrea, ndr): «Mi ha fatto un complimento dicendomi che sono caparbio, determinato e preciso. È una cosa che non succedeva dall’era glaciale. Lui non è molto di complimenti, dovrebbe smollarsi di più. Ma è un risultato anche questo».
Ridiamo tutti. Sì, al di là dei successi personali, della strada che percorreranno insieme, di quello che riserverà loro il futuro, questa è davvero un’amicizia bellissima.
Articolo pubblicato sul BergamoPost cartaceo del 14 settembre 2018