I tremila sorrisi nerazzurri tornati a splendere a Verona

La domenica perfetta dei tifosi atalantini ha il volto del Mago Merlino del film Disney La spada nella roccia trasfigurato in quello di Josip Ilicic. Nel 5-1 maturato al Bentegodi ci sono talmente tante cose belle da raccontare che i contenuti tecnici passano quasi in secondo piano. Queste cose succedono solo quando la passione sconfinata di un popolo come quello nerazzurro prende possesso dell’aria sopra uno stadio e trasforma tutto in qualcosa di magico. Come se si giocasse in casa. Come nelle favole.




Il prepartita: dentro e fuori, solo atalantini. La trasferta di Verona con il Chievo assomiglia sempre a una scampagnata al Lago di Garda, solo un pelo allungata vero Est, senza mai lasciare l’autostrada. L’arrivo al Bentegodi è semplice, i primi avamposti dei tifosi orobici sbucano nella zona del parcheggio ospiti appena dopo pranzo e nonostante da queste parti il bollito sia qualcosa da non trascurare mai, l’ingresso nel settore riservato ai nerazzurri viene accompagnato dal classico panino farcito dell’ambulante piazzato per strada. A parte qualche temerario che entra allo stadio con maglia e pantaloncini di Meggiorini, all’esterno della tribuna centrale ci sono soltanto tifosi della Dea e quando alle 13.30 arriva il bus della squadra nerazzurra si sentono applausi e urla di sostegno che non lasciano troppi dubbi: l’Atalanta a Verona gioca in casa. Dal bus, ma anche dalle macchine dei dirigenti al seguito, arrivano cenni di approvazione, si capisce subito che qualcosa di nuovo è nell’aria. E infatti la partita inizia nel migliore dei modi.
Primo tempo: l’abbraccio del tulipano. Nel primo tempo ci sono tantissimi motivi per sorridere. La rete che sblocca il risultato è una rasoiata di de Roon da fuori area e più del destro violento all’angolino è quello che succede negli istanti successivi a mandare tutti in paradiso. La rete viene segnata nella porta opposta rispetto al settore ospiti, ma “Martino” si volta subito e corre a braccia larghe verso la sua gente e in quell’abbraccio c’è tutta la carica di uno che l’Atalanta ormai la sente dentro. Dopo una manciata di minuti, Josip Ilicic decide che è arrivato il momento di tornare a scrivere il suo nome sul tabellino e scarica un sinistro di rara bellezza che si infila all’incrocio dei pali: applausi da parte di tutti. Bergamaschi e veronesi dimostrano di apprezzare la prodezza balistica del “Mago” (così lo chiamano i tifosi sui social) per una Dea che domina il primo tempo nemmeno si fosse nel bel mezzo dell’amichevole del giovedì contro i dilettanti. Differenza abissale, in campo e sugli spalti.




















Ripresa: il 72 e l’8 protagonisti assoluti. Nell’intervallo, tra una birra dei tifosi e i primi pezzi da scrivere per i giornalisti, il leit motiv è uno solo: vista la situazione, adesso bisogna vincerla bene. Con un punteggio largo. Nemmeno ci avessero sentito, i giocatori in campo danno subito vita all’auspicio da tribuna e Ilicic, nel breve volgere di due minuti, si porta a casa il pallone con una doppietta da applausi: il sinistro del 3-0 è chirurgico, l’appoggio del 4-0 da opportunista e premia il bel cross di Gosens. Gosens, appunto. Il tedeschino che non giocava dalla sfida interna con il Torino mette a segno nella stessa partita anche un bellissimo gol che vale per il 5-0 parziale ma soprattutto certifica la sua costante crescita. I tifosi in curva cantano, risultato e prestazione sono davvero convincenti e nemmeno un rigore letteralmente inventato per contatto Gollini-Meggiorini (la palla la prende solo il portiere orobico) che Birsa trasforma per l’1-5 riesce a scalfire la gioia per un successo rotondo e convincente che non lascia spazio a nessun dubbio.
Il rientro, la coda e il sorriso grande. Dopo il fischio finale, i giocatori in campo si abbracciano e vanno sotto il settore ospiti a festeggiare con i quasi tremila orobici al seguito. Immagini come queste, alla faccia di tutti gli informatissimi disfattisti che parlavano già di spogliatoio spaccato (su quali basi non si capisce, il gruppo è unitissimo), sono qualcosa di fondamentale per il prosieguo della stagione e in attesa della nuova prova contro il Parma è giusto applaudire una squadra e una tifoseria che hanno finalmente ritrovato il sorriso. Nonostante code chilometriche per prendere l’autostrada prima e per arrivare a Bergamo poi, i volti dei tifosi orobici sono finalmente rilassati e felici. Nessuna esaltazione, nessun volo pindarico, solo la consapevolezza che stavolta sono arrivati anche i gol a confermare la bontà di un gioco, di un progetto e del lavoro quotidiano che Gasperini porta avanti con grande continuità. L’Atalanta è tornata e la strada ora è tracciata. Percorriamola, tutti insieme.