Un utile vademecum

Le 10 regole di medici ed esperti per regalare il cosmetico giusto

Le 10 regole di medici ed esperti per regalare il cosmetico giusto
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È tempo di Natale e tra i regali più gettonati ci sono prodotti di bellezza: profumi, creme, balsami. Insomma un “beauty” completo di tutto il nécessaire per la giornata normale e della festa. Un regalo di certo apprezzatissimo da chi lo riceve, uomo o donna che sia, ma non sempre dalla pelle. Perché questi make-up possono nascondere alcune insidie di contenuto, ma basta conoscerle per non cascarci dentro. Un vademecum proposto da dermatologi, cosmetologi, chimici, farmacisti ed esperti dell’universo beauty può quindi aiutare a scegliere il cosmetico perfetto: eco-dermo-compatibile. Quello che, "indossandolo", fa bene alla pelle, agli sguardi del partner e anche all’ambiente, senza cioè impatti importanti per l’ecosistema.

 

 

Mettersi al riparo da agenti tossici. La nostra pelle ogni giorno viene a contatto con almeno cinquecento sostanze presenti nei cosmetici: alcune sono salutari e ci proteggono, potenziando la robustezza della pelle e svolgendo una azione di "barriera" contro ogni elemento o agente esterno che potrebbe minarne la salute; altre sostanze, invece, potrebbero indebolire questo effetto scudo o, peggio, causare qualche problematica prevenibile. Il punto è conoscere cosa ama e all’opposto minaccia la pelle per favorirne funzionalità e salute. Sicurezza, affidabilità e mancanza di tossicità sono allora i parametri di riferimento nella scelta del cosmetico giusto, da utilizzare personalmente o da regalare, quelli cioè che contribuiscono a rispettare e proteggere la pelle in tutta la sua bellezza. Il prodotto sicuro al cento per cento non esiste, tuttavia occorre tendere quanto più possibile a questo valore, mettendosi al riparo da rischi per disinformazione o disattenzione al prodotto prescelto. Ad esempio, è bene sapere che nel 2013 sono entrate in vigore delle norme europee per l’immissione sul mercato di prodotti cosmetici con standard di qualità elevata e certificata che dovrebbero essere messe in pratica da tutto gli Stati membri della Comunità. Queste riguardano, ad esempio, la presenza di sostanze MCR, cioè cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione e i nanomateriali, componenti di dimensioni infinitesimali ma con un pesante impatto sulla vita quotidiana. Di contro, la legge invece non prevede che i cosmetici debbano corrispondere a standard di ecologicità, sostenibilità ambientale o biodegradabilità e dermocompatibilità: davvero un problema, stante il fatto che le più recenti ricerche scientifiche confermano una relazione di amore-odio tra pelle e ambiente. Vale a dire che ciò che fa male alla pelle fa male all’ambiente e viceversa. Tuttavia questo sano principio/binomio non viene talvolta preso in considerazione e può così accadere che un cosmetico sia poco efficace o addirittura dannoso per la pelle nonostante sia stato approvato dagli organi competenti. Dunque la scelta dei consumatori dovrebbe essere sempre influenzata da criteri di eco-sostenibilità e attenzione alla salute e, un aiuto per raggiungere questo salutare obiettivo, arriva il decalogo di Skineco, Associazione Internazionale di Dermatologia Ecologica, che guida all’acquisto del cosmetico "sano" per la salute e pure per l’ambiente.

 

 

Il vademecum del cosmetico consapevole e sostenibile. Questa sorta di guida si compone di alcune regole di contenuto, riferite prevalentemente alle componenti e formulazioni di un cosmetico, fondamentali per preservare il benessere della pelle, inteso nella più ampia accezione del termine.

  1. Eco-dermo-compatibile. È un tri-concetto di nuovo conio ma importantissimo, che un acquirente responsabile non deve dimenticare. Infatti un cosmetico, dicono gli esperti, deve rispondere non solo alle normative che già lo regolamentano, ma anche a due nuove esigenze: l’affinità con la pelle, ossia la compatibilità del prodotto con l’ecosistema cutaneo (la dermo-compatibilità appunto) e l’ecologicità, il rispetto per l’ambiente, che coinvolge tutta la filiera produttiva, dalla composizione al packaging e al suo corretto smaltimento.
  2. Il principio di precauzione. Conta, e riguarda soprattutto le sostanze contenute nello specifico prodotto, molte delle quali avevano fino a poco tempo fa il placet di utilizzo della UE ma che oggi sono state invece bandite: tra queste c’è, ad esempio, l’ossido di zinco, che è stato eliminato dalle polveri. Al momento non esistono però delle vere e proprie Linee Guida sulle precauzioni, allora nostro dovere è leggere l’INCI sulla confezione, ossia la lista degli ingredienti contenuti nel prodotto, elencati in ordine di percentuale dalla più elevata alla più limitata, controllando che tra i primi componenti non figurino sostanze come siliconi e petrolati. Alcune di esse sono state catalogate come cancerogene e non possono essere presenti nei cosmetici in una percentuale superiore al tre per cento, richiedendo comunque una purificazione, processo che li trasforma in grassi saturi, quindi assolutamente inerti nei confronti della pelle. Va detto, però, che spesso la modalità della purificazione non viene comunicata.
  3. Occhi aperti sugli emulsionanti. Specie a quelli che corrispondono ai suffissi PEG (6, 20, 75), Eth e Oxynol, come ad esempio il Polyethyleneglycole, che danno un effetto viscoso o emolliente al prodotto, ma che invece di idratare nascondano il reale stato di salute della pelle. Altre sostanze come l’ethylene glycol sono dannose sia per la salute che per l’ambiente poiché danneggiano l'ozono.
  4. Conservanti. Questi spesso vengono aggiunti a creme solari e cosmetici per impedirne l'inquinamento microbico, ma hanno potere allergenizzante. Vale a dire che mentre agiscono contro un ampio spettro di microrganismi, possono creare irritazioni, eczemi, prurito e dermatiti da contatto. Tra questi ci sono ad esempio i cessori di formaldeide, che potrebbero avere anche un'azione cancerogena ma che la normativa vigente non solo ammette ma non cita neppure nella "black list" dell’INCI se sono contenuti nel prodotto beauty in quantità inferiore allo 0,05 per cento.
  5. Perturbatori endocrini. Cioè una serie di sostanze che possono interferire con gli ormoni. Il regolamento europeo del 2009, ricordano gli esperti, ha proibito l’uso di estrogeni, ma non dà indicazioni circa gli interferenti endocrini, sostanze attualmente allo studio in quando possibili responsabili di effetti dannosi sull’organismo, presenti soprattutto nei filtri solari chimici. Molta attenzione va fatta anche a parabeni, benzofenone e cinnamati.
  6. Controlla la presenza di DEA, Cocamide DEA, Lauramide DEA. Si tratta di sostanze usate per controllare la viscosità o come stabilizzanti della schiuma le quali, in combinazione con altre componenti presenti nel prodotto come ad esempio i nitrosanti, possono generare nitrosammine, dal noto potere cancerogeno, con un impatto altrettanto importante sull’ambiente. È qui che le DEA incontrano moltissime sostanze con le quali "produrre" sostanze altamente tossiche. Dunque, sono da evitare in ogni specie.
  7. “Sano” non sempre è sinonimo di “naturale”. Ad eccezione degli oli vegetali puri, non esiste un cosmetico cento per cento naturale, dunque non fatevi ingannare da fake news che sponsorizzano la qualità total-eco del prodotto.
  8. Meglio la formulazione chimica “amica”. Se siete orientati verso un prodotto di origine chimica, privilegiate cosmetici che utilizzano componenti di sintesi che rispettano i canoni dell’eco-dermo-compatibilità e che tengono conto delle affinità e della compatibilità con le strutture della pelle.
  9. "Cosmeticamente" sostenibile. Un prodotto cosmetico può definirsi sostenibile quando crea valore per il consumatore, non procura danni alla salute e/o all'ambiente, dichiara con onestà caratteristiche ed effetti desiderati e non fa puro marketing o pubblicità ingannevole.
  10. Attenzione al sistema. Uomini, animali e natura sono interconnessi, dicono gli esperti. E fanno sistema. Dunque, quando si parla di dermo-compatibilità non ci si può riferire solo all’utilizzo dei cosmetici, ma ad esempio bisogna tenere conto anche dei tessuti, un elemento a diretto contatto con la pelle. Meglio preferire fibre da fonti rinnovabili, sia vergini sia provenienti dal recupero di sottolavorati o scarti, garantiti dalla certificazione etica ambientale.

 

 

Se ci sono ancora dubbi... Al momento dell’acquisto, si può ricorrere a una app, EcoBio Control, promossa da Skineco, gratuita per iOS e Android, che cataloga oltre 17 mila sostanze a uso cosmetico. Grazie a un semaforo rosso, giallo o verde, indica se una componente è rischiosa o meno per la pelle e pure per l’ambiente.

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