Perché Vladimir Putin ha parlato del rischio di una guerra nucleare

«Stiamo assistendo al collasso del sistema internazionale di deterrenza. Il mondo sta sottovalutando il pericolo di una guerra nucleare». È stata la battuta che ha fatto sobbalzare i 1702 giornalisti accreditati a Mosca per la conferenza stampa di fine anno del presidente russo Vladimir Putin: un appuntamento giunto alla quattordicesima edizione e cresciuto di importanza anno dopo anno, tradotto simultaneamente in inglese, francese e tedesco - coreografico e autocelebrativo.
Davanti ai media di tutto il mondo, Putin ha voluto lanciare l’avvertimento agli americani. La colpa del pericolo nucleare che il mondo sta correndo è colpa dello "sfacelo" del costituito sistema di deterrenza internazionale per la corsa globale agli armamenti. Una corsa che «è difficile immaginare come evolverà». Putin in particolare ha puntato il dito contro la decisione degli Usa di uscire dal trattato Inf, il trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio, che era stato firmato nel 1987 da Gorbaciov e Reagan per fermare la corsa agli armamenti. L’accordo vieta a entrambe le parti di avere missili balistici e missili da crociera di una portata che va da 500 a 5,5mila chilometri. Quel trattato permise di chiudere la stagione degli euromissili, i sovietici SS-20 e gli americani Pershing e Cruise. Con quella firma vennero eliminati 2.700 missili a medio raggio e banditi i vettori con cui le parti avrebbero potuto colpire l’Europa.
Così ora Putin può agganciarsi a quel passo indietro di Trump per lanciare il suo avvertimento: «Se arriveranno i missili in Europa, poi l'Occidente non strilli se noi reagiremo», ha detto in merito all'uscita degli Stati Uniti dal Trattato sui missili nucleari a medio raggio. Secondo Putin la direzione imboccata è quella di «utilizzare missili nucleari a bassa potenza per uso tattico». Un’intenzione che «denota un abbassamento della soglia di attenzione verso un pericolo di una catastrofe nucleare» che, senza mezzi termini, potrebbe portare a una «catastrofe globale» e, da lì, «alla morte della civiltà e del nostro pianeta». In realtà, secondo gli americani, sarebbe stato proprio Putin a fare il primo passo in questa direzione e a violare per primo il Trattato Inf, piazzando due battaglioni di missili da crociera Novator 9M729 ai propri confini occidentali. La Russia da parte sua ha replicato che quei missili sono su lanciatori mobili, mentre l’Inf proibisce solo i missili lanciati da basi fisse a terra.
Quel che è certo è che la Russia non è stata a guardare, per ammissione stessa del suo presidente. Che ha lanciato il suo avvertimento: «Dopo il ritiro degli Usa dal Trattato anti-balistico che, come ho già detto molte volte, è stato comunque un cardine nel campo della non proliferazione delle armi nucleari, la Russia ha progettato, armi “segrete” non ancora disponibili ai suoi avversari... Si dice che la Russia si sarebbe avvantaggiata. È vero, abbiamo solo noi alcune armi... ma sono mirate solo a mantenere la parità strategica». Buon per tutti che Putin abbia concluso con una battuta di ottimismo, di sapore natalizio: «Ma io confido che l’umanità avrà abbastanza buon senso per evitare il peggio».