San Giuliano

La piazza era tutta una musica Oggi, invece, è il deserto d’Albino

La piazza era tutta una musica Oggi, invece, è il deserto d’Albino
Pubblicato:
Aggiornato:

«La piazza era il cuore del paese. Ogni giorno c’era gente che andava e veniva, gruppetti di persone si incontravano, chiacchieravano, entravano nel bar delle Acli, uscivano, andavano in oratorio, in parrocchia… pulsava di vita. Oggi è il deserto». Pierino Persico fatica ad accettare il declino della piazza di Albino, la piazza di San Giuliano, compresa fra la chiesa parrocchiale e quella più antica, dedicata a San Bartolomeo. Così manda in onda il fiume dei ricordi e il desiderio che quella vita, quella vivacità ritornino il presente. Non soltanto per restituire alla città un luogo, ma per vedere rifiorire una voglia di incontrarsi, di discutere, di confrontarsi. Il fatto è che il fermento della piazza era legato all’attrattività di quel luogo, al fatto che ci fossero diverse attività e punti di interesse. Ma oggi?

 

 

Pierino Persico è un imprenditore conosciuto. Con lui c’è il fratello, Angiolino, che ad Albino è noto per la sua passione per la natura, per i fiori e per la fotografia. Dice Pierino: «Le Acli e l’oratorio erano anche sede di diversi gruppi, di diverse aggregazioni, penso al Patronato Acli che richiamava famiglie, lavoratori, persone anziane; penso al gruppo escursionisti, alla sede della banda e alla sede della Democrazia Cristiana. Succedeva che la sera, tante volte, la Democrazia Cristiana si riunisse mentre al piano di sotto si svolgevano le prove della banda. Insomma, era tutta una musica». Albino era un paese ricco di fermenti, di movimenti culturali e politici. I giovani di allora, per esempio, ricordano un concerto di quella che era la più celebre band italiana nel mondo, la Pfm, nel 1973, al massimo del suo fulgore. Dice Angiolino Persico: «È vero, c’era grande fermento ad Albino. Esisteva anche un forte movimento di sinistra, critico nei confronti dell’oratorio e della chiesa. I “dissidenti” si sedevano sul muretto della chiesa di San Bartolomeo, al limite della piazza, proprio di fronte alla chiesa parrocchiale».

34397727_WhatsApp Image 2018-12-19 at 16.06
Foto 1 di 4
34397736_WhatsApp Image 2018-12-19 at 16.06
Foto 2 di 4
34398906_laura 2018
Foto 3 di 4

L'architetto Laura Milanese

34414512_WhatsApp Image 2018-12-20 at 11.09
Foto 4 di 4

I fratelli Angiolino (a sinistra) e Pierino (a destra) Persico.

Ma è possibile oggi pensare al rilancio della piazza? L’architetto Benvi Acerbis non ha dubbi: «Secondo me - dice - bisognerebbe realizzare il museo della chiesa albinese, sarebbe importante, ricco, molto interessante. Potrebbe costituire un polo di attrazione». Certo un’iniziativa lodevole dal punto di vista culturale, ma che non appare risolutiva. Dice l’architetto Laura Milanese che abita proprio lì, all’inizio della piazza: «Prima di tutto bisogna dire che fino agli Anni Settanta nella piazza vivevano...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 57 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 27 dicembre. In versione digitale, qui.

Seguici sui nostri canali