Addio a Igor Mitoraj, lo scultore dei volti inquieti e solitari
Una scultura di Mitoraj, l’Osiride Addormentato, è stata collocata, dal 2007, nella piazza antistante alla sede del comune di Osio Sotto e sostituisce il precedente monumento ai caduti per la Patria.
È morto a Parigi lo scultore Igor Mitoraj. Aveva 70 anni. Di origine polacca, era molto legato all’Italia, alla Versilia in particolare, dove (a Pietrasanta) aveva uno studio dal 1983. Era uno dei più grandi scultori contemporanei. Unanimemente la critica lo ha definito un «gigante della scultura del secondo Novecento, con uno stile fortemente radicato nella tradizione classica, con una particolare attenzione ai busti maschili». Deve alla Toscana la scoperta del marmo, nel quale scolpì i suoi eroi mutilati, simbolo delle fragilità dell’uomo moderno.
Il critico Philippe Daverio ha commentato così la scomparsa: «Più successo di lui lo hanno avuto davvero in pochi, si possono avere dubbi sulla sua grandezza ma tutti gli riconoscono di avere avuto la capacità di creare una icona, che poi è ciò che si chiede oggi ad un artista. Un artista non corrisponde tanto, oggi, a un percorso quanto a una immagine e Mitoraj lascia appunto una immagine, quella di un’antichità che ci è caduta in testa: è stato un traghettatore della classicità nel contemporaneo».
Le opere, reperti inquieti. Il grande pregio di Mitoraj è stato infatti quello di aver portato la grande arte classica nel Novecento. È stato l'artista dei volti tormentati e bendati. Al centro delle sue opere c’è sempre l'uomo, avvolto nella precarietà del vivere, e la sua scultura da una parte si richiama apertamente ai modelli della tradizione greco-romana, dall'altra esprime una tensione fortemente attuale, un'ansia di conoscenza introspettiva e un'inquietudine profondamente connaturate alla modernità. La classicità non viene rievocata o rimpianta, più semplicemente le sue opere sono frammenti di storia che si interrogano sul disagio e il progressivo smarrimento della società contemporanea. Immagini frammentate, mutilate, attraversate da vuoti: reperti proiettati nella modernità.
La mostra in corso a Pisa. Proprio in questi giorni è in corso a Pisa, in piazza dei Miracoli, la sua mostra: Igor Mitoraj. Angeli, che in pochi mesi ha ospitato oltre 50mila visitatori. Nella piazza con la Torre Pendente sono esposte, in un percorso che si sviluppa sul prato, un centinaio di opere tra sculture, bronzi, fusioni in ghisa e disegni, mentre in una sala dell'Opera sono esposti 50 gessi. Tema della mostra, gli eroi che eternamente fuggono verso la libertà, come il bronzeo Icaro caduto e l'Eros alato, in marmo bianco, entrambi realizzati nel 2012.
Qualche cenno biografico. Nato in Germania nel 1944 da madre polacca e padre francese, sopravvive con la madre al bombardamento di Dresda. Dopo la guerra si trasferisce a Cracovia dove inizia gli studi accademici sotto la guida del pittore, scenografo e commediografo Tadeusz Kantor, il cui eclettismo influenza notevolmente tutta la produzione artistica di Mitoraj. Nel 1967 tiene la sua prima mostra personale di pittura a Cracovia presso la Galerie Krzysztofory. Nel 1968 si trasferisce a Parigi dove si iscrive all'Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts. Durante il soggiorno parigino rimane affascinato dalla cultura americana precolombiana e decide quindi di trascorrere un anno in Messico, dove entra in contatto con la scultura. Seguono soggiorni di studio negli Stati Uniti, Grecia e Italia dove può approfondire la conoscenza della scultura moderna da un lato e di quella classica dall’altro. In questi anni ha modo di toccare i due estremi della modernità e della classicità.
Nel 1974 torna a Parigi dove espone le sue opere alla Galerie La Hune. A seguito dell'enorme successo dell'esposizione decide di dedicarsi quasi esclusivamente alla scultura lavorando la terracotta e il bronzo. Tra il 1976 e il 1980 partecipa a numerose mostre collettive ottenendo prestigiosi riconoscimenti fra cui il Premio della Scultura di Montrouge. Il successo e la consacrazione internazionale arrivano nel 1989, quando le sue sculture sono state esposte all’Accademy of Art di New York.