Storie e leggende delle nostre valli Sangue partigiano alla Malga Lunga
Durante una passeggiata in montagna associamo le nostre valli a luoghi di pace e riposo. Tuttavia le vette bergamasche sono state anche teatro di scontri e battaglie, diventando, durante la seconda guerra mondiale, covo dei tanti partigiani che tra gli anfratti delle Orobie potevano trovare un sicuro rifugio. Tra gli eventi più eclatanti si ricorda la battaglia al Passo della Manina, tra la Val di Scalve e la Val Seriana, la battaglia nel borgo di Cantiglio, a San Giovanni Bianco, i rastrellamenti in Valzurio, o le tante incursioni nei rifugi orobici, questi ultimi spesso ricovero di truppe partigiane. Il racconto di oggi ci porta nei pressi della Conca del Farno, a cavallo tra la val Cavallina, la val Borlezza e la val Gandino. A 1235 metri di quota, in posizione panoramica sulle tre valli, sorge la «Malga Lunga» (o Malga Lónga in bergamasco). 75 anni fa questa storica struttura fu rifugio della 53ª brigata Garibaldi. Oggi ne custodisce ancora la storia.
Il racconto. Nell’estate del ’44 la Resistenza armata è ormai in continua espansione. Proprio in quei mesi presso la Malga Lunga si insedia una squadra della Brigata Garibaldi, che assume il nome di «13 Martiri di Lovere» in onore dei tredici partigiani fucilati il 22 dicembre del 1943. La gestione della squadra, formata da una quindicina di uomini, viene affidata al tenente Giorgio Paglia, mentre il comando principale della Brigata si installa a Campo d’Avene, distante mezz’ora di marcia. Il 17 novembre la Malga viene attaccata di sorpresa da ingenti forze fasciste della Legione Tagliamento. Da giorni, le zone operative delle formazioni partigiane erano percorse da fitti rastrellamenti. I fascisti giunsero di soppiatto alla Malga Lunga poco prima di mezzogiorno, favoriti da una serie di circostanze avverse. La squadra, quel giorno, si trovava a ranghi ridotti perché un gruppo di uomini era impegnato fuori reparto per motivi legati all’attività partigiana. Sono otto gli uomini presenti: con il tenente Giorgio Paglia vi sono Guido Galimberti «Barbieri», Andrea Caslini «Rocco», Mario Zeduri «Tormenta», i russi Semion Kopcenko «Simone», Alexander Noghin «Molotov», Ilarion Efanov «Starich» e «Donez». La battaglia infuria per quasi tre ore, fino a quando le milizie fasciste riescono a raggiungere il tetto e a lanciare all’interno alcune bombe a mano, costringendo alla resa i partigiani ormai a corto di munizioni. Giorgio Paglia e i suoi uomini si consegnano ai fascisti con la promessa di avere salva la vita. Tra i partigiani vi sono due feriti gravi, il russo Ilarion Efanov detto «Starich», colpito da una bomba, e Mario Zeduri detto «Tormenta», rientrato in Brigata proprio la mattina del 17 novembre. I fascisti non mantengono la parola e i due feriti vengono finiti immediatamente sul posto a colpi di pugnale. I sei partigiani superstiti vengono trascinati a valle e, quattro giorni dopo, condannati a morte. A Giorgio Paglia si vuole concedere la grazia perché figlio di Guido, medaglia d’oro della Guerra d’Africa. Non avendo ottenuto la libertà anche per i suoi compagni il giovane chiede di essere fucilato per primo, a dimostrazione che sarebbe morto con loro.
La Malga Lunga oggi. Il fabbricato prende il nome dal portico che la percorre in tutta la sua lunghezza. Al culmine di quest’ultimo un cippo con lapide commemorativa ricorda i caduti partigiani. Ospita, fin dalla sua donazione da parte di Gianni Radici al Comune di Sovere nel 1979, il Museo della 53ª Brigata Garibaldi «13 Martiri di Lovere». Nel corso degli anni, a seguito degli interventi di restauro e ristrutturazione, è diventato Museo della Resistenza bergamasca. Al suo interno sono raccolte lettere, foto, reperti e testimonianze che ricordano quanto accaduto. Nel luglio del 2013 è entrato in funzione il Museo multimediale interattivo, frutto del lavoro di tanti volontari. La struttura è gestita dai gruppi dell’Anpi di Bergamo, Albino, Scanzorosciate, Endine, Alzano, Nese e Lovere, con apertura continuata da luglio a settembre e quasi tutti i fine settimana dell’anno. Per informazioni dettagliate qui.
Come arrivare. È possibile raggiungere la Malga in auto (e con una breve passeggiata) dalla Valle Seriana. Poco prima di raggiungere Gandino si svolta a destra in direzione di Peia, percorrendo una discesa di circa 300 metri e seguendo l’indicazione Valpiana-Malga Lunga. Si prosegue per circa 10 km di strada in salita, tortuosa, ma tutta asfaltata. Si raggiunge la località di Teade di Valpiana, quindi a piedi in circa 20 minuti si raggiunge il Museo. Le autovetture devono essere munite dell’apposito «Gratta e sosta», acquistabile a Gandino. In alternativa la Malga Lunga è raggiungibile a piedi: con partenza dal Monte Farno lungo il sentiero Cai 545 in circa un’ora e mezzo, dal sentiero Cai 547 dalla forcella di Ranzanico in 2.30 ore (Sentiero Caslini), dal sentiero Cai 513 da Endine Gaiano in 2 ore, dal sentiero Cai 563 da Sovere località «Santuario» in 2 ore, e dal sentiero Cai 544 con partenza da Gandino località «Fontanei» in 1 ora e 30 minuti.