Esperanto, altro che lingua morta A Verdello si insegna nelle scuole
Chi pensa che l’esperanto sia una lingua morta si sbaglia di grosso. Non solo è viva e vegeta ma addirittura si insegna nelle scuole. Dove? A Verdello, per esempio.
Grazie all’interessamento di Maria Carla Galizzi, presidente del gruppo esperantista bergamasco, di Felice Sorosina, entrambi insegnanti di esperanto, e alla disponibilità e collaborazione dell’insegnante prevalente Antonella Pignatiello, gli alunni della Scuola Primaria dell’Istituto comprensivo di Verdello oggi parlano esperanto. Il primo progetto, partito nel febbraio del 2009, ha coinvolto i 19 allievi della classe terza: durante le lezioni in aula, un insegnante di lingua coinvolgeva i bambini con giochi e attività didattiche. La risposta dei piccoli studenti è stata così positiva e i risultati tanto incoraggianti che si è deciso di riproporre l’esperanto fino alla classe quinta.
C’era anche l’esame finale. A conclusione del percorso e come stimolo ulteriore all’apprendimento della lingua, i giovanissimi allievi hanno sostenuto un esame ufficiale che attestasse la loro conoscenza. L’Istituto Italiano di Esperanto, che si occupa della certificazione della lingua internazionale in Italia, ha nominato una Commissione per l’esame di primo grado corrispondente al livello A1 nel quadro di riferimento europeo della conoscenza di una lingua straniera. In cosa consisteva la prova? I piccoli esaminandi sono stati impegnati per un’intera giornata. E senza sconti, tra elaborati scritti e test di conversazione.
Le prove scritte comprendevano un breve dettato di prosa esperanto (30 minuti), la traduzione in Esperanto di un breve brano di prosa italiana (30 minuti) e la composizione di una lettera in Esperanto su tema di argomento familiare (60 minuti). Le prove orali consistevano di: una lettura e traduzione di un brano di facile prosa in esperanto; una dimostrazione della conoscenza della grammatica e delle notizie generali sull’esperanto; una conversazione elementare in esperanto. Tutt’altro che una passeggiata, dunque, ma gli esiti sono stati tutti positivi e ciascuno degli allievi ha ricevuto il proprio diploma dall’Assessore alla Cultura del comune di Verdello. L’esperienza, sotto tutti i punti di vita positiva, ha spinto gli insegnanti a riproporre l’attività nel 2012, questa volta partendo dalla prima elementare (oggi gli allievi frequentano la classe quarta, sezione D).
Perché realizzare questi progetti. Questo tipo di progetti non è l’unico e nemmeno il primo. In Italia e nel mondo erano già stati realizzati, anche per motivi di ricerca. La letteratura scientifica è incoraggiante e la maestra che segue la classe ha osservato un miglioramento complessivo in tutte le altre materie. In primo luogo per quanto riguarda lo studio della lingua italiana e inglese: le semplici regole e strutture, chiare e logiche, sono un modello che i bambini riconosco facilmente nelle altre lingue. I risultati hanno vinto persino i dubbi e le perplessità dei genitori convincendoli alla fine dell’utilità della lingua.
Quanti parlano esperanto a Bergamo. Si stime che esperantofoni siano presenti in almeno 120 Paesi del mondo, principalmente in Europa, Brasile e Cina. Secondo le ricerche del prof. Sidney Culbert dell’Università di Washington, 1,6 milioni di persone parlano l’esperanto a livello 3 (ovvero non oltre una soglia di conversazione che superi le frasi di commiato). Ethnologue sostiene, inoltre, che tra 200 e 2000 persone parlino l’esperanto a livello madrelingua. Le stime sembrano confermate da dati statistici sull’uso di alcuni siti web esperantisti. Sta di fatto che al Congresso universale d’esperanto, che si tiene ogni anno, s’incontrano circa 3000 esperantisti provenienti da tutto il mondo. E non servono traduttori.
E Bergamo? La sezione territoriale bergamasca, intitolata a Costantino Palmerini, era già attiva negli anni Ottanta e venne registrata ufficialmente nel 1992. Oggi conta circa 20 iscritti, fra esperantisti e simpatizzanti. Il centro, che ha trovato la sua sede grazie agli spazi concessi dalla biblioteca comunale di Verdello, conserva anche un angolo dedicato alla letteratura in e sull’esperanto.
Ma cos’è l’esperanto. Facciamo un po’ di chiarezza. L’esperanto è una lingua pianificata, pensata e realizzata, verso la fine dell’Ottocento, dal signor Zamenhof, un medico poliglotta polacco. L’idea era quella di fornire un strumento di comunicazione semplice ed immediato. Nella storia dell’uomo è lunga la lista delle lingue pianificate ma nessuna come l’esperanto ha avuto un successo tale da permetterle di sopravvivere per oltre un secolo. A questo si aggiunga che oggi è parlata da migliaia di persone nel mondo. Tanti sono stati i dubbi e le perplessità che hanno accompagnato la sua storia. La verità è che la cosiddetta lingua internazionale è una straordinaria creazione perfettamente funzionale, che ha permesso a migliaia di persone, dalla sua nascita fino a oggi, di incontrarsi e parlare.