È un Gosens da doppia cifra: la crescita incredibile del tedesco
Partita dopo partita il laterale di Gasperini migliora sempre di più: manca solo la convocazione con la Germania

di Fabio Gennari
Se ci fosse un manifesto programmatico sul calcio con titolo "Da buon prospetto a campione, il metodo Gasperini", la faccia da utilizzare sarebbe senza dubbio la sua. Robin Gosens, tedesco classe 1994 di Emmerich, è arrivato a Bergamo nella stagione 2017-2018 e si è trasformato nel giro di due campionati e mezzo da semplice terzino di fascia dalle poche sbavature a uomo a tutta corsia capace di chiudere e costruire, calciare e assistere i compagni con una facilità di gioco a tratti disarmante.
A Milano contro l'Inter, Gosens ha segnato il settimo gol stagionale in partite ufficiali. Oltre al sigillo sul 3-0 di Kharkiv nella storica serata di Champions League il numero 8 atalantino ha raggiunto quota 6 reti e 4 assist in campionato: 10 marcature su 49 complessive sono state condizionate dall'erede di Spinazzola che troppi giudizi affrettati avevano etichettato come inadeguato al ruolo. La verità è che quando hai mezzi atletici importanti e una testa come la sua, si può fare qualcosa di grande anche se da piccolo preferivi i divertimenti dei ragazzi all'impostazione di un settore giovanile.
Già, perché la storia è nota ma è il caso di ricordarla. Fino a pochi anni fa, Robin Gosens giocava con gli amici nei dilettanti tedeschi la domenica mattina dopo essere stato a ballare la sera prima. Un bel giorno venne notato da un osservatore del Vitesse (squadra olandese, pochi chilometri dal confine tedesco con Emmerich) e nel 2012 iniziò la sua vita nel calcio professionistico. Ciò che può dare in campo lo conosciamo, come è arrivato a questi livelli è molto semplice da capire: testa sulle spalle (studia Psicologia all'Università via web) e impostazione molto rigida (da piccolo ha anche pensato di entrare in Polizia), Gosens ama divertirsi ma è una persona estremamente semplice e tranquilla.
Al campo di allenamento è positivo con tutti, nelle partite mostra disinvoltura e grande applicazione: anche quando la prestazione non è scintillante o dirompente come a Milano, gli basta un attimo per svoltare. Nell'ultimo quarto d'ora ha segnato il gol del pareggio e ha servito a Malinovskyi il pallone da cui poi è nato il rigore. In tutta Europa, forse, c'è solo un uomo che ancora non si è accorto di lui, il ct tedesco Löw. Una convocazione di Gosens con la Germania è scontato che debba arrivare, parliamo di un ragazzo che sta facendo benissimo e per cui in tanti vedono un futuro in una big europea. Anzi, super big, perché per lasciare l'Atalanta di oggi serve davvero una proposta esagerata.