Legambiente attacca Palazzo Frizzoni per i nuovi parcheggi realizzati in via Spino
Dopo le polemiche iniziali, il Comune era corso ai ripari individuando 40 nuovi posteggi. Una soluzione che però non convince l'associazione ambientalista
Non c’è pace per la nuova area del mercato in via Spino. Al centro delle critiche, come sempre, i parcheggi a disposizione dei visitatori. In questo caso, a finire sotto accusa sono i 40 nuovi posti auto che il Comune, dopo le polemiche sollevatesi per le multe date dalla Polizia locale il giorno del debutto del mercato, aveva installato nell’area pavimentata a fianco del parco Emanuela Loi. La scelta di Palazzo Frizzoni non ha però convinto Legambiente Bergamo, che difende il parco, realizzato nell’ambito del progetto "Legami Urbani" e finanziato dal Governo attraverso il Bando Periferie, il quale era stato anche selezionato lo scorso anno per la «Biennale sullo spazio pubblico di Roma» perché considerato innovativo e di design.
«Il Parco di via Spino è nato con l’idea di realizzare uno spazio fruibile dalle famiglie, un’isola verde pedonale immersa nella biodiversità con un’ampia zona dedicata agli orti condivisi – spiega Nicola Cremaschi, presidente di Legambiente Bergamo –. Ora proprio accanto a quegli orti che con fatica e passione ogni giorno vengono curati dagli ortisti, si dipana un filare di parcheggi che, benché siano a disposizione solo il lunedì per il mercato, snaturano l’area. Aprire il viale al transito delle auto è un errore non solo dal punto di vista funzionale del parco, ma anche educativo. In una città dove gli spostamenti con l’auto privata la fanno ancora da padrone e dove la mobilità dolce fatica a prendere piede, ci saremmo aspettati da una Giunta attenta una visione più lungimirante anziché il tentativo impacciato e frettoloso di porre rimedio ad un problema di raggiungimento del mercato. In zona non vi sono stalli per le biciclette, non c’è una stazione per le BiGi in sharing, il bus transita a intervalli poco funzionali alle esigenze degli ambulanti. Sistemare questi aspetti anziché pensare ancora una volta di alimentare il traffico cittadino avrebbe dato una risposta più sostenibile, risparmiando il verde e l’estetica di un parco dal design innovativo».
Ciò non bastasse, Legambiente sottolinea anche come il viale asfaltato di circa 80 metri per 100 un tempo fosse abbellito da disegni in rilievo di due grandi mammiferi marini e da linee per il gioco del mondo. «Le righe bianche dei nuovi parcheggi non hanno minimamente tenuto conto di questi disegni e li hanno brutalmente coperti, rendendo impossibile il recupero che si era prospettato nel progetto iniziale – prosegue Cremaschi –. Anche questo dimostra lo stravolgimento dell’idea di un’area aperta alla fruizione lenta, libera e giocosa dei bambini, piegata invece alla mera esigenza dell’automobile». L’associazione ambientalista evidenzia, infine, come il giardino, inaugurato solo qualche mese fa, versi in condizioni di semi abbandono, con molti rifiuti abbandonati, eccezion fatta per l’area dedicata agli orti. «Non è stata attivata una manutenzione adeguata del verde di un giardino che, secondo i progettisti, doveva essere votato alla salvaguardia della biodiversità, lasciando ampio respiro alla crescita delle diverse essenze e regalando un colpo d’occhio di abbondanza del verde – si legge in un comunicato -. Nella gestione dello sfalcio del prato si è assistito ad un vero e proprio taglio indiscriminato sia delle erbe spontanee che di spighe, anemoni e gerani falciati perché considerati erbacce. Inoltre, non è stato rispettato il cosiddetto sistema “mulching” previsto dal progetto, ossia il riutilizzo degli sfalci per pacciamare gli orti (un’operazione che serve a impedire la crescita delle malerbe, ndr.) nell’ottica di un’economia circolare delle risorse naturali».