Sportivamente parlando, non ha nessun senso cercare ad ogni costo di finire la stagione
Se il ragionamento fosse solo sportivo, non ci sarebbe nemmeno bisogno di troppo tempo per decidere di chiudere in anticipo i campionati

di Fabio Gennari
Più passa il tempo e più non c'è una risposta logica alla domanda che anche gli appassionati si stanno ponendo: perché è così importante finire la stagione calcistica? La risposta, come sempre, è più economica che sportiva, anche perché, pensando al campo, non ci sono motivi per giustificare l'insistenza di chi (pochi, per la verità) vuole riprendere a giocare a tutti i costi. Detto che il calcio piace a tutti e che anche noi siamo toccati direttamente, visto che l'Atalanta è uno degli argomenti che cerchiamo di trattare nel modo più approfondito possibile, davvero è difficile capire perché si voglia correre tutti a riprendere le partite di questa stagione mettendo in grande difficoltà anche l'organizzazione del prossimo campionato.
Ormai pare chiaro che anche per tutto aprile non ci saranno partite e nemmeno allenamenti. Come si può pensare che i calciatori riescano a "riaccendersi" subito senza almeno tre settimane di lavoro specifico? Questo significa usare maggio per gli allenamenti e da giugno iniziare le gare. Si finirebbe a luglio inoltrato, con la prossima stagione che non potrà iniziare che nella prima metà di agosto. E la preparazione estiva delle squadre? E le coppe? Speriamo tutti che la curva dei contagi sia davvero in discesa e che prestissimo possa arrivare il segnale di un pericolo ormai superato, ma ora è il tempo dell'attesa e, con un briciolo di lucidità, lo diciamo ancora una volta: non ha nessun senso fare le corse per chiudere la stagione. Le prime quattro vanno in Champions (la Roma non ha molto da dire avendo perso i due scontri diretti con la Dea e avendo pure tre punti di distacco e una gara in più), altre tre in Europa League e qualcuno decida per retrocessioni e promozioni. Tutto il resto, parlando di sport, è secondario.