Zona rossa in Val Seriana, Gallera finalmente ammette: «È vero, potevamo imporla da soli»
Dopo l'ennesima domanda sulla questione, l'assessore al Welfare, su Rai3, ha detto: «C'è una legge che ci permetteva di muoverci. Pensavamo però lo stesse per fare il Governo»
di Andrea Rossetti
Articolo 32 della legge 833 del 1978, ovvero quelle che determina le competenze sanitarie tra Stato e Regioni. È questo l'articolo che Regione Lombardia avrebbe potuto (dovuto?) fare valere per imporre, senza dover passare dal Governo, la zona rossa tra Alzano e Nembro. Lo ha finalmente ammesso anche l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, la mattina di martedì 7 aprile durante un'intervista al programma Agorà, su Rai3.
Nell'articolo in questione, al terzo capoverso, si legge: «Nelle medesime materie sono emesse dal presidente della giunta regionale o dal sindaco ordinanze di carattere contingibile ed urgente, con efficacia estesa rispettivamente alla regione o a parte del suo territorio comprendente più comuni e al territorio comunale». Quello che, finora, era sempre stato detto e la Regione non aveva mai ammesso, insomma. Spiazzando un po' tutti, interpellato per l'ennesima volta sulla questione, Gallera ha dichiarato: «Ho approfondito e effettivamente c’è una legge che lo consente». Poi però ha aggiunto: «Noi eravamo convinti che sarebbe stata attivata la zona rossa di lì a pochi minuti, non avrebbe avuto senso fare un'ordinanza, quando tutti i fatti concludevano che il Governo la stava facendo».
L'assessore ha poi ricostruito quei giorni: «La sera del 3 marzo io ero in collegamento con il dottor Brusaferro (presidente dell'Iss, ndr) e ragionavamo su questa zona rossa. Mi disse che stavano chiudendo la richiesta formale per l’istituzione della zona rossa nella Bergamasca al Governo. Il 5 marzo arriva ad Alzano e Nembro un cospicuo numero di militari e, a quel punto, con anche l’indicazione dell’Istituto Superiore di Sanità, ci aspettavamo l’istituzione della zona rossa. Noi il 4 o il 5 marzo avremmo potuto farla? Sì, può essere. Ma aveva senso farla, quando avevamo l’evidenza che il Governo la stava per emanare?».
Queste dichiarazioni, abbastanza allucinanti visto che è ormai giorni, se non settimane, che si chiedono risposte sulla questione, arriva all'indomani dell'ennesimo scambio di responsabilità tra Governo e Regione, con il premier Conte che ha sottolineato più volte come la Lombardia avrebbe potuto imporre da sola una zona rossa e il governatore Fontana che, invece, negava questa possibilità. Ora è stato appurato che Conte aveva ragione, ma certo questo non lo "scarica" della responsabilità di essere stato lui il primo a non decidere quando avrebbe dovuto. È soltanto sull'onda della sua non decisione che Regione ha commesso lo stesso identico errore. Di cui è Bergamo e la sua provincia a pagarne le conseguenze, carissime.