La rabbia di Nembro e Alzano: «Perché Conte non è venuto qui? Non ricordava neppure i nomi dei paesi»
Il consigliere di minoranza Pressiani ha rivolto la domanda al sindaco Cancelli, che ha spiegato di non essere stato coinvolto. «Sono disarmato. Li ha definiti “i due piccoli comuni della Bergamasca”, senza nemmeno nominarli»
di Elena Conti
«Che ne pensa del fatto che il premier Giuseppe Conte sia passato alla Prefettura di Bergamo incontrando il sindaco Gori, senza venire nei due paesi più colpiti dal Coronavirus, Nembro e Alzano? Siete stati informati della sua visita?». Queste le domande che l’avvocato Carlo Pressiani, consigliere di minoranza, ha rivolto al sindaco di Nembro Claudio Cancelli a margine del consiglio comunale di lunedì 27 aprile.
«Io non ce l’ho né con il sindaco di Bergamo né con la Prefettura o con chi ha fatto gli inviti - spiega il consigliere -, ma una riflessione mi sembra lecita. Abbiamo appreso la notizia dell’arrivo di Conte nel tardo pomeriggio di lunedì dagli organi di stampa, così ho approfittato del consiglio comunale di poche ore dopo per soddisfare la mia curiosità e di molta gente di Nembro che mi ha scritto per chiarimenti».
Ma il sindaco Cancelli ha risposto di non essere stato in alcun modo coinvolto nella visita di Conte a Bergamo e di non esserne stato neppure a conoscenza, non avendo avuto modo di informarsi sugli organi di stampa prima del consiglio, che è avvenuto a poche ore dalla notizia. Certo è, ha convenuto il sindaco, che sarebbe stata una bella occasione di confronto. «Mi chiedo - prosegue il consigliere -, come è possibile che il presidente del consiglio non abbia richiesto di incontrare i sindaci di Nembro e Alzano? Siamo a 5 minuti di macchina dalla città».
E anche sulle parole di Conte ai giornalisti il consigliere esprime rammarico. «Sono disarmato dalle sue dichiarazioni. Ha parlato di Nembro e Alzano chiamandoli “i due piccoli comuni della Bergamasca” (inizialmente ha detto "i due comuni", poi "i due piccoli comuni del Bergamasco", ndr), senza nemmeno nominarli. E di noi parla persino il New York Times. Nei nostri paesi le persone sono molto confuse dalle decisioni prese dal premier e la questione della zona rossa è ancora calda. Forse un chiarimento sarebbe stato opportuno, era l’occasione per farlo. Sia chiaro che questo non è il momento della polemica, adesso dobbiamo tutti lavorare per far fronte alla crisi socioeconomica generata dall'epidemia. Ma la sensazione è che ci sia stata mancanza di considerazione; forse ci aspettavamo un po’ di sensibilità in più».