il botta e risposta

Non è finito lo scontro tra Gori e Fontana. Il sindaco: «La Regione dà ai ristoratori il colpo fatale»

Scintille tra sindaco di Bergamo e governatore lombardo sulla decisione del Pirellone di "inasprire" le linee guida governative: anche i familiari, al ristorante, devono distare almeno un metro

Non è finito lo scontro tra Gori e Fontana. Il sindaco: «La Regione dà ai ristoratori il colpo fatale»
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Prosegue lo scontro a distanza tra il sindaco Giorgio Gori e il presidente regionale Attilio Fontana rispetto alla norma (imposta dalla Regione con un'ordinanza che inasprisce le linee guida del Governo) che stabilisce che i familiari che vanno al ristorante debbano essere distanziati di almeno un metro.

Questa mattina, Gori aveva evidenziato come Regione Lombardia, modificando le linee guida del Governo e, in particolare, cancellando la deroga concessa ai familiari per la distanza da tenere al ristorante, avesse creato il paradosso che «due persone che dormono insieme dovranno cenare a 1 metro di distanza, e se il tavolo è largo 80 cm non potranno sedersi una di fronte all’altra». Una critica che Fontana aveva definito come «l’ennesimo attacco politico e pretestuoso alla Regione Lombardia».

Nel pomeriggio è arrivata la controreplica del sindaco di Bergamo che, con un lungo messaggio pubblicato su Facebook, ha evidenziato come la polemica non sia «fine a se stessa. Il fine è quello di far correggere quello a me pare un vistoso errore». Il rischio, secondo Gori, è che i gestori dei locali, già pesantemente danneggiati dal lockdown, siano ulteriormente penalizzati, visto che la profondità dei tavoli è spesso di 80 centimetri e due persone della stessa famiglia o fidanzati non potranno sedere di fronte all’altro, bensì su due tavoli affiancati, con un ulteriore sacrificio di coperti. «A voi sembra normale? A me no, e così credo a tutti i ristoratori e i baristi che operano in questa regione - prosegue il primo cittadino -. Già sono stati chiusi per due mesi e mezzo; già vedono la capienza dei locali ridotta dalle (giuste) prescrizioni per la sicurezza dei loro clienti (e con ciò a rischio la sostenibilità stessa delle attività, ragione per cui ci stiamo sforzando di “compensarli” permettendo loro di posare gratuitamente tavoli e sedie sul suolo pubblico); ma questa ulteriore restrizione da parte di Regione Lombardia può essere il colpo fatale».

Il governatore lombardo aveva replicato spiegando che Regione aveva attuato una semplificazione della norma per i gestori, «che diversamente avrebbero dovuto trasformarsi in poliziotti per accertare se due persone che entrano in un ristorante sono marito e moglie o semplici conoscenti». «Peccato che non sia così - attacca Gori -. Il decreto del Governo chiarisce infatti che l’esenzione dalla deroga del metro vale per le “persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento personale”, i familiari e i conviventi, e che “detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità personale”. È falso dunque sostenere che il ristoratore debba trasformarsi in un poliziotto, perché sono i clienti a portare responsabilità personale di ciò che affermano. Se mentono e sono semplici conoscenti ne rispondono loro, anche per le eventuali sanzioni».

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