La spiegazione dei 198 nuovi casi Covid in Bergamasca e il tema dei «debolmente positivi»
I dati ufficiali forniti mercoledì 27 maggio da Regione e Ats sul Coronavirus nella nostra provincia sono frutto anche degli esami compiuti da laboratori privati. Inoltre dimostrerebbero come il virus avrebbe perso un po' di aggressività

Ma i nuovi casi di Coronavirus in Bergamasca segnalati mercoledì 27 maggio sono 30 o 198? Una domanda legittima dopo che la Regione, nel consueto bollettino quotidiano, ha presentato i dati su Bergamo con un asterisco: 30 sono i nuovi casi "ufficiali", più 168 giunti dalle analisi dei laboratori privati. Una precisazione fornita da Ats Bergamo e di buono c'è che, rispetto al passato, l'informazione è stata data in un unico comunicato, e non come successo in passato in due step, scatenando la preoccupazione della gente.
Per dirla in modo semplice, i nuovi positivi in Bergamasca dal canale pubblico (ovvero Ats) sono stati trenta. Parallelamente, però, sono giunti anche i risultati dei tamponi effettuati da una struttura privata nell'ultima settimana: 168 tamponi, effettuati dopo aver riscontrato con i test sierologici la presenza di anticorpi, hanno dato esito positivo. Si tratta quindi di persone che si sono sottoposte volontariamente e privata agli esami (pagando di tasca propria).
Non solo. Ats, con un successivo comunicato, ha anche precisato che questi 168 tamponi positivi processati da un laboratorio privato «sono stati generati da 885 tamponi effettuati a seguito di circa 8.000 test sierologici somministrati. È importante segnalare che 118 dei 168 (circa il 70 per cento) tamponi risultano debolmente positivi; presentano tracce di RNA virale e vengono considerati positivi in via precauzionale. Pertanto sui 118 debolmente positivi verrà effettuato un secondo tampone tra una settimana da parte di Ats».
Da queste informazioni, si possono trarre due conclusioni. Innanzitutto che il lavoro che stanno svolgendo i laboratori privati vanno a confermare le indicazioni teoriche degli esperti, ovvero che su un campione generico (e non selezionato come avviene invece per lo studio sierologico avviato il 23 aprile scorso da Regione e Ats) circa il dieci per cento dei soggetti sottoposti a test sierologico risulta positivo alla presenza di anticorpi e necessita dunque di un tampone (ottomila test somministrati dalla struttura privata, 885 tamponi successivamente effettuati). La seconda conclusione è che, a quanto pare, davvero il virus potrebbe essersi indebolito. Certo, sono necessari ulteriori approfondimenti e studi, ma il fatto che, su 168 positivi, ben 118 lo siano debolmente e necessitino di un secondo tampone, potrebbe essere la conferma di quanto sostenuto in queste ultime settimane da diversi ricercatori (tra cui il professor Remuzzi del Mario Negri), ovvero che il Covid sembrerebbe essere meno aggressivo rispetto ai mesi scorsi.