la polemica

Il Maite escluso dall'estivo al parco della Crotta: «Nostra sopravvivenza in pericolo»

Per il Comune si tratta di un problema di carattere tecnico, in quanto circolo privato non avrebbe potuto partecipare da solo al bando

Il Maite escluso dall'estivo al parco della Crotta: «Nostra sopravvivenza in pericolo»
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Il parco della Crotta, in Colle Aperto, è l’unica delle sei aree incluse nel bando comunale per l’utilizzo degli spazi pubblici nel periodo estivo che non è stata concessa ad alcun locale. Questo perché in Comune era arrivata «una richiesta da un circolo/associazione privata, pertanto non rispondente ai parametri stabiliti dal bando, rivolto a esercenti di attività di somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti, trattorie, ecc)».

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Il circolo escluso, nello specifico, è il Maite-Bergamo Social Club che ora, a causa di questa esclusione, vede la sua sopravvivenza a rischio. «I nostri spazi sono troppo piccoli e senza alcun esterno utilizzabile – spiegano con un messaggio sulla propria pagina Facebook –. Tutto ciò mette a rischio la sopravvivenza dell’Associazione che non può garantire la copertura delle spese relative ad affitto, utenze e mutui». Il locale, tra l’altro, si trova proprio in Città Alta, di fronte al carcere di Sant’Agata. «Abbiamo presentato un progetto per la gestione del parco della Crotta nel periodo estivo perché ci sembra giusto e corretto che anche le realtà come la nostra abbiano la possibilità di vivere gli spazi collettivi della città che abitiamo, che amiamo e che sosteniamo, sia come singoli che come associazione operante sul territorio – proseguono -. Lo abbiamo fatto anche in una logica di mutualismo e supporto ad altre realtà e reti e dare un lavoro dignitoso a chi, in questa emergenza, si è trovato sguarnito da ogni protezione».

Secondo il parere della commissione che ha vagliato le richieste, il Maite sarebbe un «circolo privato con possibilità di somministrazione ai soli iscritti e pertanto privo del requisito del possesso di una unità locale per l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico indifferenziato». Dal Maite però sostengono che si sia trattato di un equivoco e di essere stati esclusi a priori. «Non è chiaro quali siano i parametri stabiliti dal bando. Non ci pare però che siano specificati.  Sottolineiamo però che le associazioni di promozione sociale, come la nostra, hanno possibilità di fare somministrazione al pubblico, aprendo partita Iva e svolgendo quindi attività commerciale, come già in passato ci è capitato di fare. Esattamente quello che avremmo fatto in caso di assegnazione».

«Già ci sembra avvilente che non siano previsti per le associazioni canali, o degli spazi dedicati, che vengano escluse da qualsiasi forma di sostegno e che siano costrette a competere su un terreno, quello commerciale, sul quale, per definizione, partono svantaggiate – concludono -. Ma la bizzarria si palesa in tutta la sua crudeltà di fronte al fatto che il Parco della Crotta nemmeno sia stato chiesto da altri. Addirittura si ritiene preferibile lasciarlo vuoto con una logica veramente incomprensibile. Vogliamo credere che sia un errore o un’incomprensione in qualche modo risolvibile e chiediamo pubblicamente che l’Amministrazione provveda oggi stesso ad una revisione della valutazione del progetto presentato».

Il Comune, come riporta Corriere Bergamo, ha però replicato ribadendo che si tratta di una questione di carattere tecnico: il parco della Crotta non è stato concesso perché la richiesta è arrivata da un circolo privato. La manifestazione di interesse era invece rivolta ad attività commerciali; se il Maite si fosse associato con un bar avrebbe quindi potuto avere accesso allo spazio. In ogni caso, Palazzo Frizzoni non chiude completamente la porta alla possibilità che il parco della Crotta possa essere assegnato al Maite, facendo sapere di essere disponibile ad un confronto.

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