Lettera con un proiettile indirizzata a Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo
La missiva è stata firmata da sedicenti “Nuclei proletari lombardi”. Sul caso indaga la Digos. Gori esprime vicinanza al numero uno degli industriali
Dopo Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, anche il numero uno di Confindustria Bergamo Stefano Scaglia diventa l’obiettivo di atti intimidatori.
La notizia è stata data dall’Eco di Bergamo, dove oggi (lunedì 29 giugno) in redazione è stata recapitata una lettera contenente un proiettile calibro 6.25 che aveva come destinatario l’imprenditore bergamasco ed è stata recapitata al direttore del quotidiano cittadino Alberto Ceresoli.
La busta, con due francobolli affrancati a penna, conteneva anche una lettera rivendicata da sedicenti “Nuclei proletari lombardi” che recita scritto a computer: «Il signor Stefano Scaglia di Confindustria sappia che non dimentichiamo mai. Una bara in più non si nega a nessuno mai o lui o un suo familiare. Sempre solo questo potrà ridare dignità a chi è morto sul lavoro. Dove non arriva il Covid arriviamo noi».
L’episodio è stato segnalato alla polizia che ha sequestrato tutto il materiale per sottoporlo ai rilievi necessari per individuare chi ha confezionato la missiva. Sul caso sta indagando la Digos di Bergamo, già impegnata sul fronte Bonometti. Nel merito, era stato aperto un fascicolo dal sostituto procuratore di Brescia Caty Bressanelli che ora potrebbe occuparsi anche delle minacce indirizzate a Stefano Scaglia.
Il sindaco Giorgio Gori, a nome di tutta l'Amministrazione comunale, ha espresso «solidarietà e vicinanza al presidente di Confindustria Bergamo Stefano Scaglia per la grave minaccia di cui - come già nei giorni scorsi il presidente di Confindustria Lombardia - è stato fatto oggetto».
«Il riemergere di forme di intimidazione va contrastato con decisione attraverso la risposta compatta delle istituzioni e delle rappresentanze economiche e sociali – conclude Gori -. Il Comune di Bergamo porrà ogni energia per contribuire alla ripresa economica del territorio, alla tenuta sociale e al prevalere del civile confronto diplomatico».