Intesa presenta un esposto alla Consob contro Ubi: «Sull'Ops fanno ostruzionismo»
Mentre l'operazione entra nei giorni più caldi (il periodo di adesione si chiude il 28 luglio), Ca' de Sass chiede all'autorità di vigilanza di fare luce su alcuni comportamenti del personale dell'istituto bergamasco-bresciano e della sua controllata IW Bank
Se, almeno a parole, l'ad di Intesa Carlo Messina è sempre parso molto "accomodante" nei confronti dei vertici di Ubi, che invece non hanno risparmiato stilettate nei confronti di Ca' de Sass dopo il lancio dell'Ops, in realtà lo scontro è ormai totale, anche perché si è entrati nell'ultima settimana in cui gli azionisti dell'istituto bergamasco-bresciano possono aderire all'Offerta di acquisizione (si chiuderà il 28 luglio). Ed è notizia delle ultime ore che Intesa ha presentato un esposto ufficiale alla Consob contro Ubi per «ostruzionismo contro l'Ops».
Non una novità, a dire il vero. Già una decina di giorni fa, infatti, i legali della prima banca italiana avevano scritto una lettera all'autorità di vigilanza per chiedere che fossero attenzionati i comportamenti di Ubi verso i proprio clienti detentori di azioni e desiderosi di aderire all'Ops. Una lettera a cui aveva fatto seguito l'esplicita richiesta di due associazioni di consumatori a Ubi di maggior chiarezza e trasparenza informativa circa l'operazione in corso. Come conseguenza (pare), Ubi s'è vista costretta a richiamare dalle ferie diversi suoi dipendenti, soprattutto in Bergamasca, per gestire meglio il servizio di assistenza nelle proprie filiali agli utenti, scatenando così, però, le ire dei sindacati. Ora invece l'istituto di Messina punta il dito non solo contro Ubi, ma anche contro IW Bank, controllata di Ubi.
In particolare, Ca' de Sass ha segnalato alla Consob numerosi comportamenti, posti in essere anche da semplici funzionari, che hanno l’effetto di rendere più complicato agli interessati l’adesione all’Offerta. Come racconta Affaritaliani, nel mirino ci sarebbero sia i gestori di filiale che sconsigliano ai clienti l'adesione, con tanto di modulistica precompilata online e non modificabile dal cliente, che la imponente campagna pubblicitaria di Ubi in atto, basata sullo slogan: «La fiducia non si compra». Per queste ragioni, gli avvocati di Intesa hanno sollecitato la Consob ad adottare tutte le misure necessarie a far cessare le condotte ora descritte e soprattutto garantire un'informativa completa e trasparente agli azionisti, consentendo loro di esprimersi liberamente e senza condizionamenti. Al di là dei movimenti dei grandi azionisti, infatti, buona parte del buon esito dell'Ops passa dall'adesione o meno degli azionisti retail, ovvero quelli "piccoli" o comunque non legati a patti. Detentori di circa il venti per cento del patrimonio azionario dell'istituto bergamasco-bresciano, Intesa è consapevole che è convincendo questi che avrà maggiori possibilità di portare a termine l'operazione. Intanto, alla sera di lunedì 20 luglio, l'adesione è salita al 5,229 per cento (in attesa che grandi azionisti e fondi si muovano).