Intesa-Ubi al rush finale: ottimismo Intesa, mentre la Consob bacchetta (di nuovo) Ubi
A circa 24 ore dalla fine del periodo di adesione all'Offerta di Ca' de Sass, gli analisti ritengono molto probabile il raggiungimento della quota del 66,67 per cento richiesto per il pieno successo dell'operazione. L'Autorità garante, invece, costringe l'istituto bergamasco-bresciano a una nuova precisazione ai clienti
di Andrea Rossetti
Siamo al rettilineo finale. In fondo la bandiera a scacchi già sventola e tra circa 24 ore si saprà se Ubi Banca, storico istituto bergamasco-bresciano, entrerà a far parte del colosso Intesa Sanpaolo. A cinque mesi di distanza dalla presentazione dell'Offerta e a venti giorni dall'apertura del periodo di adesione, la situazione è ancora incerta, almeno nei numeri: alla sera di venerdì 24 luglio, "solo" il 32,6 per cento degli azionisti di Ubi avevano deciso di aderire all'Ops di Intesa. Un dato che, secondo gli analisti, è quantomai incoraggiante per Ca' de Sass.
Un rapporto diffuso nelle ultime ore ha infatti sottolineato come, in sei recenti simili operazioni (Luxottica, Yoox, Ei Towers, Rcs, Impregilo e Benetton), la media di adesioni al terz'ultimo giorno fosse il 16 per cento, la metà di quanto raggiunto finora da Intesa. E tutte queste operazioni hanno poi avuto successo, chiudendo attorno al 70 per cento. C'è ottimismo dunque, anche perché il raggiungimento del 66,67 per cento richiesto per avere il controllo totale su Ubi alla chiusura del 28 è ritenuto molto probabile da diversi advisor, tra cui Jp Morgan, Morgan Stanley, Ubs ed Equita. In quel 32 e passa per cento di Intesa, al momento, rientrano le adesioni delle fondazioni Crc (5,9 per cento) e Banca del Monte di Lombardia (3,9 per cento), di Cattolica Assicurazioni (un per cento) e del patto bresciano Sindacato Azionisti di Ubi (8 per cento), più alcuni membri del bergamasco Patto dei Mille (1,6 per cento complessivo), il cui presidente Matteo Zanetti, la scorsa settimana, ha dato «libertà di scelta» abbandonando la linea dell'opposizione all'Ops. Secondo fonti finanziarie, circa il 15 per cento degli azionisti retail (piccoli investitori e risparmiatori non facenti parte di alcun patto) hanno già aderito, mentre il restante dieci per cento circa dell'azionariato di Ubi composto da azionisti retail starebbe ancora valutando il da farsi attendendo ulteriori risposte dal mercato in queste ore. I fondi di investimento, che hanno in mano più o meno il quaranta per cento delle azioni di Ubi e che, secondo gli esperti, sarebbero convinti di aderire, si potrebbero muovere proprio in queste ore.
Mentre si aspettano, dunque, le ultime mosse sulla scacchiera, la Consob "bacchetta" nuovamente Ubi. Dopo che la scorsa settimana l'Autorità aveva costretto l'istituto a diffondere una nota integrativa al comunicato del Cda del 3 luglio sul "no" all'offerta di Intesa per rendere più chiaro agli azionisti il quadro della situazione, oggi (27 luglio) Ubi s'è vista costretta a un nuovo intervento, reso noto attraverso una nota stampa e sempre su esplicita richiesta della Consob: l'Autorità ha ordinato a Ubi di integrare le informazioni relative al calcolatore presente alla front page del suo sito web, includendo il premio implicito dell'offerta di Intesa onde evitare di dare un'informazione incompleta agli azionisti. La questione rientrava in una serie di segnalazioni fatte alla Consob da Intesa così come da alcune associazioni di consumatori e altri piccoli azionisti dell'istituto e riguardanti le azioni poco trasparenti di Ubi verso i propri clienti circa le informazioni relative all'adesione all'Ops.