Vaccini antinfluenzali, il 40 per cento dei medici non ha spazi per somministrare le dosi
I dottori di base avevano ricevuto a luglio un questionario in cui si chiedeva quanti potevano mettere a disposizione i propri locali. Nel frattempo diversi Comuni si sono proposti ma mancano ancora linee guida chiare

Un’ampia campagna di vaccini autunnale sarà fondamentale per poter distinguere i casi di Covid e quelli delle malattie stagionali, evitando così che si sovrappongano e rendendo più difficili le diagnosi. Così facendo si sarà in grado di garantire le cure a quanti ne avranno bisogno ed evitare un sovraffollamento fatale di malati gravi negli ospedali. Da settimane (se non da mesi) gli esperti ripetono questi concetti ma ad oggi pare che per la definizione del piano vaccinale si navighi ancora a vista: a Bergamo, infatti, non è stata redatta ancora una sua versione definitiva, nonostante l’Ats ne avesse presentata una prima stesura con le previsioni dell’erogazione dei vaccini per le tre Asst al quale avrebbe dovuto aggiungere la parte relativa all’organizzazione territoriale.
I medici di base, a luglio, avevano ricevuto un questionario conoscitivo nel quale si chiedeva quanti di loro potevano mettere a disposizione i propri locali per la somministrazione delle dosi. Servono spazi adeguati, ampi, in modo tale da poter garantire il distanziamento e tutelare non soltanto i medici ma anche le fasce più deboli che si vaccinano (la soglia della vaccinazione gratuita è stata abbassata ai 60 anni, ma vi sono anche i malati cronici, le categorie protette e i bambini dagli 0 ai 6 anni). Il punto è che oltre il 40 per cento dei medici di famiglia ha già fatto sapere che non sarà in grado di poter garantire la somministrazione nel proprio studio per mancanza di spazi.
Diversi Comuni si sono offerti per supplire a questa carenza ma al momento non c’è ancora nulla messo nero su bianco, così come mancano indicazioni chiare sull’arrivo delle dosi. Regione Lombardia avrebbe detto che si comincerà con gli utenti più fragili a fine ottobre, mentre non sarebbero ancora state comunicate le date per l’arrivo delle dosi ordinate. Ad arricchire il coro di voci è intervenuta anche l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), la quale vista la situazione attuale dell’epidemia ritiene che sarebbe addirittura auspicabile partire con la campagna di vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ottobre.
Nel frattempo, per cercare di fare il punto in merito al piano vaccinale per la Bergamasca, lunedì 7 settembre è prevista una conference-call tra l’Ats di Bergamo e i direttori delle tre Asst della provincia, mentre giovedì 17 settembre si terrà il Comitato aziendale dell’Ats con le rappresentanze sindacali dei medici di medicina generale.