Alà, cór!

Ricominciamo! (a correre): chiamata alle armi post ferie

Fenomenologia del ritorno alla corsa (o corsetta) al ritorno delle vacanze. Animo, che a breve comincia una stagione più comoda e fresca

Ricominciamo! (a correre): chiamata alle armi post ferie
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di Marco Oldrati

Ricominciamo! No, non è la canzone di Adriano Pappalardo, urlata a più non posso dai suoi potenti polmoni. È la “chiamata alle armi” dopo le ferie, l’invito o lo stimolo a rimettersi a correre. A qualcuno sembrerà peggio della cartolina della naja, una specie di dazio da pagare, qualcun altro non vedeva l’ora, qualcuno non ha mai smesso e infine c’è anche qualcuno che si vuole mettere in mostra… Andiamo a conoscere queste maschere goldoniane (o pirandelliane) che popolano ciclabili, sentieri e colline in questi giorni.

Il primo che troviamo è lui (o lei), il pentito. È seriamente pentito, tanto seriamente che gli scendono i lacrimoni pensando di non essere più in ferie: rimpiange piatti di fritture, aperitivi al tramonto, poi lo sguardo cade sui jeans in cui non riesce ad entrare e dice “Bisogna darci un taglio!” e convoca qualche amico o scrive su Facebook cose come “da oggi nuova vita”. Evita la seconda birra in pizzeria, gli stuzzichini di salumi e salse con lo spritz e comincia a correre. Si è perso i saldi per comprare le scarpe, ma non demorde e sfodera dei reperti d’antiquariato con il gel ammortizzante che è diventato ebano. Risultato, al terzo tentativo di uscita ha i tendini infiammati, scarsa motivazione e – in mancanza di amici che lo incalzano – molla il colpo. Lo ritroveremo in un dehors in una bella serata di fine settembre con lo sguardo sogghignante e dei calamari a portata di una mano mentre l’altra afferra saldamente il secondo mojito.

Il secondo è il “vacanziero”: lui correva prima di partire, ma al mare fa troppo caldo, poi si va a letto tardi la sera, c’è la famiglia, le serate non si prestano alla fatica, piuttosto a passeggiate romantiche sulla battigia e quindi al rientro bisogna fare i conti con il calo prestazionale e quando si tratta di correre non c’è Viagra che tenga, riprendere è dura. Il primo passo è quello che fa la differenza, un po’ come la prima uscita con una ragazza carina. Se funziona, bene, altrimenti il rischio di mollare è forte. Un consiglio, non siate solipsisti, non vergognatevi del fatto che ci mettete trenta o quaranta secondi in più al chilometro: correte in compagnia, aiuta. Se vi isolerete perderà di senso la gioia di migliorare di nuovo e non dimenticate che andate incontro alla stagione più bella per correre, l’autunno, dolce e mite climaticamente, con sudate meno copiose e fauci meno essicate. C’è anche da considerare che avete una motivazione non da poco, arrivare a Natale in condizioni utili a permettervi tutti gli stravizi che vorrete, perché se non fate un po’ di moto da qui alle feste vi troverete già zavorrati prima di Sant’Ambrogio. Consideratelo un antipasto di presciistica, dai!

Chi non ha mai smesso (come il sottoscritto…) è il peggiore. Non solo non ha messo su chili, ma tira ancora i tempi di prima delle ferie e in qualche caso fa anche meglio. Si guarda orgoglioso (oppure orgoglione, come direbbe qualcuno che lo vede) allo specchio e constata di non avere “sbongato” mettendosi persino di profilo manco fosse la Schiffer o Kate Moss, esce e si guarda intorno con aria tronfia, magari con i saldi ha preso anche le scarpe nuove e si sente in condizioni di fare il personale sulla mezza maratona prima del ponte dei Morti… in alcuni casi si applica al punto da andare su Internet a cercare un programma d’allenamento che gli permetta di entrare nel tunnel delle ripetute e dell’app che registra battito cardiaco, chilometri, medie, numero di starnuti, belle ragazze incontrate… La sua vera tragedia è la mancanza di corse domenicali organizzate, che gli consentirebbero di mettere in mostra fin da subito il suo ottimo stato di forma, ma rimedia ricercando percorsi battuti dove sorpassare le prime due categorie sopra citate con sguardo concentrato e un occhio al cronometro. La mancanza di manifestazioni gli toglie anche un appuntamento fisso, quello della domenica mattina, ma qui si organizza con altri suoi simili e si lancia in percorsi fra i quindici e i venticinque chilometri per poi tornare a casa e addentare con entusiasmo il coniglio o il brasato.

L’ultima categoria è prevalentemente costituita da donne, di età variabile fra i venti e i quarantacinque, che sostituiscono la passeggiata in Via XX Settembre con una corsa sui Colli o sulle Mura: avevano già cominciato a maggio, per effettuare la remise en forme e poi la prova costume, ma adesso sono al top! E la parola top è tutt’altro che casuale, perché il top e l’ombelico con l’addominale tonico a vista sono il badge d’ingresso nella categoria, seguiti da leggins neri o fluo e occhiali fascianti, una specie di outfit da passerella. Si fermano alle fontanelle a chiacchierare, sono talvolta “accompagnate”, ma spesso anche in tandem o in squadra con altre colleghe di defilé. I colori sono sgargianti, il fisico è abbastanza (non sempre…) tonico e non manca un po’ di trucco. Orario preferito le 18.30, mezz’oretta quaranta minuti di corsa, poi a casa, doccia e ape (che per voi che non siete trendy significa aperitivo). Niente cronometro, niente smart watch, braccialetti acquistati in spiaggia in Grecia o in Croazia al polso e pausa di soddisfazione arrivate all’ultimo spalto delle Mura con sguardo panoramico sulla città ai loro piedi, come a dire “Belle le ferie, ma Bergamo fa sempre la sua figura!”.

Tutta questa ironia per arrivare a dire che non è il caso di prendersi troppo sul serio: ricominciate a correre e basta, godetevi la fatica e i panorami senza pensare a nulla, guardando di nuovo le cose belle che vi circondano e perché no? Ridendo di voi stessi e della vostra passione per il running.

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