Mucche in centro città, ma stavolta senza campanacci: è il lutto dei bergamini
La rievocazione storica partirà il 30 settembre da via Baioni. Tappe a Dalmine, Canonica, Cassano, Brembate, Groppello, Inzago e Gorgonzola
di Giulia Personeni
Era una vera e propria festa per i bergamini, oltre che un rito di passaggio. Quando però vi era un lutto in famiglia la transumanza perdeva questo aspetto e alle vacche venivano tolti i campanacci, sostituiti da alcune bronzine dal suono argentino. E così sarà anche nella rievocazione che, dopo la benedizione degli animali, attraverserà in silenzio le vie della città bassa. Le “bronzine” delle vacche batidure saranno la sola colonna sonora per ricordare le vittime della pandemia.
Partirà mercoledì 30 settembre alle 10 da Bergamo (in via Baioni) la rievocazione della transumanza, organizzata dal Festival del Pastoralismo, delle mandrie di bovini che percorrevano a piedi dalla val Brembana e dalla bassa pianura lombarda alla Martesana, un’importante area di sosta e di svernamento. Le tappe di questa rievocazione storica saranno Dalmine, Canonica, Cassano, Brembate, Groppello, Inzago e infine Gorgonzola, meta finale che si raggiungerà il 3 ottobre.
Il fenomeno della transumanza bovina si è sviluppato tra il XVI secolo e la seconda metà del secolo scorso e ha interessato moltissime località, ma la val Brembana e la Martesana sono emblematiche come aree di origine e di svernamento dei bergamì. Durante lo svernamento, i bergamini si dedicavano prettamente alla produzione casearia, che ha portato al successo lo “stracchino di Gorgonzola”, frutto della loro arte e della capacità imprenditoriali dei Serbelloni. Nella Martesana, infatti, nacque nei primi del Novecento l'industria casearia italiana.
La partenza da Bergamo vuole richiamare quello che è stato l’uso, fino agli anni ‘60, di passare in città da parte di chi si recava in val Brembana. La mandria sarà composta da venticinque bovini da latte, un asino maschio, un cavallo someggiato e infine vi saranno due tipici carri a due ruote telonati trainati da cavalli.
L'abbigliamento del personale sarà ispirato alle immagini storiche di un secolo fa. Per l'occasione è stato realizzato l'originale “Ol capèl di bergamì”, ispirato a modelli che per secoli hanno portato i bergamini, che potrà essere acquistato nei mercatini che verranno allestiti a ogni tappa. Tra il tardo pomeriggio e il dopocena sono programmate diverse attività, come la proiezione del film “Carlino l'ultimo bergamino” prodotto dal Centro Studi Valle Imagna e l’allestimento della mostra Bergamini 600 anni di storia e presentata in forma teatralizzata (interpretata dal Giopì e dalla Margì e da Marino Zerbin). Presso ogni tappa vi sarà la distribuzione di polenta di mais antichi bergamaschi, stracchino artigianale all'antica, casoncelli di sant'Alessandro, scarpinocc di Parre. Il tutto accompagnato da Valcalepio doc.