I timori

Coprifuoco, Confesercenti Bergamo non ci sta: «In ballo migliaia di posti di lavoro»

Il direttore Filippo Caselli: «Intervenire sulle situazioni di singole imprese o singoli territori che non rispettano le regole. No a provvedimenti generalizzati»

Coprifuoco, Confesercenti Bergamo non ci sta: «In ballo migliaia di posti di lavoro»
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Non è ancora entrato in vigore, ma l’annuncio del coprifuoco alle 23 in tutta la Lombardia e la chiusura delle medie e grandi aree commerciali, dopo aver causato la reazione dei centri commerciali, preoccupa non poco anche i negozianti, soprattutto i titolari di bar, ristoranti e locali. Salvo cambiamenti dell’ultima ora, il provvedimento dovrebbe partire da giovedì 22 ottobre, anticipando di un’ora la disposizione anti-movida che aveva già fissato alla mezzanotte la chiusura per le attività economiche del settore. A lanciare l’allarme è Confesercenti, che evidenzia come solo con l’annuncio di una nuova stretta nei giorni scorsi sia stato perso il 20 per cento del fatturato, che tradotto significa circa 1 miliardo di euro sfumato in un solo mese. Una percentuale che nei prossimi 30 giorni, secondo l’associazione di categoria, salirà fino a toccare il 40 per cento.

«La nostra organizzazione ha lanciato nei giorni scorsi un appello generalizzato a clienti e istituzioni, richiamando la necessità di uno sforzo comune per contenere la diffusione del Covid ed evitare nuove restrizioni che avrebbero messo ancora più in crisi le imprese – sottolinea il direttore di Confesercenti Bergamo, Filippo Caselli -. In pochissimi giorni è cambiato nuovamente il contesto e l'appello ad aiutare le imprese a rimanere aperte è già superato da nuovi provvedimenti, che da quello che si legge imporrebbero ai cittadini il coprifuoco alle 23 e la chiusura di attività commerciali il sabato e la domenica».

Il timore è che in questo modo si colpisca indistintamente un settore già provato dal lockdown. «Questa iniziativa porta con sé conseguenze molto negative per le imprese della ristorazione e del commercio in generale, già fortemente colpite dai provvedimenti restrittivi dei mesi scorsi – aggiunge Caselli -. Gli operatori sono fortemente preoccupati, nei mesi scorsi hanno investito per presentarsi come luoghi sicuri ai clienti e al mondo del lavoro. Sia chiaro che per noi la tutela della salute dei cittadini viene prima di tutto, ma non possiamo consentire che le nostre attività passino come la causa dell'impennata dei contagi. In ballo ci sono migliaia di posti di lavoro tra personale dipendente e piccoli imprenditori che non possono essere lasciati in balia di provvedimenti d'urgenza».

«Continuiamo a credere che si possa intervenire sulle situazioni di singole imprese o singoli territori che non rispettano le regole – conclude il direttore di Confesercenti Bergamo -. Se invece spegniamo definitivamente i motori dell'Industria commerciale e turistica faremo molta più fatica a ripartire quando le condizioni sanitarie lo permetteranno».

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