Code e assembramenti

Uffici postali aperti a singhiozzo, soprattutto nelle Valli. «Covid scusa per non assumere»

Il caso emblematico di Locatello: dopo la chiusura degli sportelli di Corna Imagna e Fuipiano, qui gravitano circa 3 mila utenti. Lanciata una petizione per chiedere che la situazione si sblocchi. La protesta della Cisl

Uffici postali aperti a singhiozzo, soprattutto nelle Valli. «Covid scusa per non assumere»
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Già prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria gli uffici postali della provincia presentavano parecchie criticità. Ora, la situazione sta diventando ancor più caotica, soprattutto nelle valli, visto che gli sportelli sono aperti a giorni alterni. Intorno all’ufficio postale di Locatello, addirittura, dal momento che quelli di Corna Imagna e Fuipiano sono stati chiusi definitivamente, gravitano circa 3 mila utenti, costretti a lunghe code e assembramenti viste le aperture a giorni alterni. Una situazione che ha spazientito non poco i residenti della zona, che di conseguenza hanno lanciato una petizione.

«La raccolta firme è stata consegnata al sindaco - racconta uno dei promotori -. Abbiamo chiamato ed espresso le nostre rimostranze negli uffici centrali di Poste Italiane, ma ancora non è successo nulla. Questi tre paesi sono abitati tendenzialmente da anziani che hanno sempre avuto con lo sportello della posta un rapporto privilegiato per il ritiro delle pensioni, per il pagamento delle bollette, o per la cura dei loro risparmi. È indegno che Poste Italiane ripaghi così chi ha contribuito alla sua crescita. E mi auguro che la situazione non si complichi ulteriormente, perché casi di tensione e agitazioni eccessive si sono già verificati».

Al momento la lista degli uffici chiusi secondo quanto riferito dalla Cisl comprende, oltre a Locatello, Colzate, Nese di Alzano, Cazzano S. Andrea, Peia e Schilpario, Orio al Serio, Pognano, Capriate san Gervasio, Zingonia e la succursale 14. Chiusure pomeridiane sono previste invece a Clusone, San Pellegrino e la succursale 15.

«Troppi uffici postali sono ancora chiusi o parzialmente
aperti, con inevitabili disagi sia per i lavoratori postali sia per i cittadini – commenta Rossana Pepe, segretaria generale di Slp Cisl di Bergamo -. Al momento le aperture a giorni alterni riguardano una ventina di sportelli, ma per
nessuno di questi Poste ha dato scadenze ravvicinate per un
ritorno alla normalità. In questo modo si continuano a creare assembramenti».

Una scelta «sbagliata e incomprensibile» a detta del sindacato, che chiede vengano «riaperti gli uffici ancora razionalizzati. Qualcuno dovrà spiegare ai lavoratori e ai
cittadini perché troppi sportelli non possono lavorare al
pomeriggio, offrendo servizi alla propria comunità cittadina
o al proprio quartiere». Il Covid e le razionalizzazioni estive sarebbero quindi utilizzate come scusa per non ammettere che le filiali soffrono carenze di organico. «Da tempo chiediamo che nel più breve tempo si possa far ritornare la rete degli uffici postali alla normalità per dare serenità a lavoratori e a clienti – conclude Rossana Pepe -. Rappresentano un servizio essenziale per le comunità locali».

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