Rimpallo di responsabilità Regioni-Governo, Gori: «Non mi piace, non è tempo di accuse»
Il sindaco di Bergamo è intervenuto a RaiNews24: «Dobbiamo tarare le decisioni di oggi sui numeri fra 15 giorni. A Bergamo situazione sotto controllo»
Il rimpallo di responsabilità tra Governo e Regioni, nonostante gli appelli a una leale collaborazione istituzionale, è stato evidente fin dai mesi di marzo e aprile. Un rimpallo che dopo la pausa estiva è ricominciato con l’arrivo della seconda ondata, tanto che il presidente regionale Attilio Fontana ha subito messo le mani avanti dicendo che un «eventuale lockdown per Milano è competenza del Governo». Nel merito è intervenuto il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che questa mattina (30 ottobre) a RaiNews24 ha commentato: «Il gioco di rimpallo di responsabilità tra Regioni e Governo non mi piace tanto. Questo non è tempo di accuse reciproche, dobbiamo chiederci che cosa fare oggi, domani mattina. Mi piacerebbe vedere un po’ più di capacità di proposta, più che di accuse a vicenda».
La sensazione di Giorgio Gori, condivisa da molte altre persone, è che si stia rincorrendo il virus, piuttosto che anticiparlo. «Sia lo Stato, sia le Regioni hanno tardato nel porre in atto misure per la seconda ondata. Dobbiamo tarare le decisioni di oggi sui numeri fra 15 giorni. Ieri ci sono stati 135 casi in provincia di Bergamo, in provincia di Milano più di tremila. In proporzione alla popolazione, sono 8 volte in più. La situazione è sotto controllo a Bergamo».
La Bergamasca è passata infatti da epicentro della prima ondata all’essere (almeno per il momento) solamente toccata dalla recrudescenza della pandemia. «Mediamente, un cittadino su tre della provincia di Bergamo ha già fatto il coronavirus - conclude Gori -. Il virus circola evidentemente con più difficoltà. Poi c’è una maggiore consapevolezza, noi abbiamo visto in faccia non solo i camion, ogni famiglia ha visto la tragedia del coronavirus. Non c’è nessuno senza mascherina in città».