Dopo La Muratella di Cologno, presto attivi altri quattro Covid hotel: lo annuncia l'Ats
Intanto l'andamento della pandemia in Bergamasca viene definito «stabile». Presentata anche l'Anagrafe della fragilità per assistere 9 mila bergamaschi in difficoltà
I contagi per il momento non accennano a diminuire, tutt’altro, ma per quanto riguarda la provincia di Bergamo l’evoluzione epidemiologica evidenzia una «situazione di sostanziale stabilità per vari indicatori, tra cui la media giornaliera dei positivi, 230, e la percentuale tra tamponi effettuati e positivi, pari all’11,5 per cento». A comunicarlo è il dottor Alberto Zucchi del Servizio Epidemiologico dell’Ats Bergamo a margine dell’appuntamento settimanale del venerdì con i sindaci del territorio. L’Agenzia di tutela della salute ha anche fatto sapere che «l’attività di ricovero vede un aumento non preoccupante di ricoveri ordinari e in terapia intensiva, con una crescita di chi proviene da province vicine. L’assetto dei posti letto non desta preoccupazioni; l’andamento è regolare anche in tutti i pronto soccorso».
Durante l’incontro è stato fatto il punto anche sui Covid hotel attivi in provincia. «Il primo (l’Antico Borgo La Muratella di Cologno al Serio, ndr) ha 64 posti letto con camere singole destinate a pazienti Covid positivi asintomatici o paucisintomatici completamente autosufficienti, che non hanno le condizioni per l’isolamento – spiega Giuseppe Matozzo, direttore sociosanitario di ATS Bergamo -. Si arriverà a 300 posti letto con l’attivazione di altri quattro Covid hotel nelle prossime settimane». L’Ats ha annunciato anche la pubblicazione sul proprio sito della «manifestazione di interesse all’indennità da parte degli enti gestori delle unità di offerta semiresidenziali afferenti all’area disabilità, anziani, dipendenze e salute mentale a valere sulle risorse di cui al Dpcm 23 luglio 2020, che permetterà di attribuire indennità agli enti gestori delle strutture semiresidenziali per persone con disabilità che, in conseguenza dell’emergenza epidemiologica devono affrontare gli oneri derivati dall’adozione di sistemi di protezione del personale e degli utenti».
Il vertice odierno ha rappresentato anche l’occasione per la presentazione dell’Anagrafe per la fragilità promossa da Ats, Consiglio di rappresentanza dei sindaci, Fondazione della Comunità Bergamasca e le tre Asst del territorio (Papa Giovanni XXIII e Bergamo Est e Ovest) in collaborazione con l’Università di Bergamo. «Sono state individuate circa 9 mila persone in condizione di fragilità nella Bergamasca – specifica Marcella Messina, presidente del Consiglio di rappresentanza dei sindaci -. Gli Ambiti territoriali costruiranno un’anagrafe della fragilità con l’obiettivo di dar vita a una mappatura reale delle persone che, sul territorio, hanno più bisogno di protezione e aiuto. L’Anagrafe sarà poi a disposizione dei servizi sociali e dell’intero network socio-sanitario».
«Abbiamo incrociato i dati sanitari con quelli tipicamente sociali per arrivare a determinare un indice di fragilità globale – specifica il dottor Iorio Riva, sociologo e responsabile dell’Ufficio sindaci di Ats Bergamo -. Alcuni operatori si recheranno a domicilio di queste persone per conoscerne i bisogni sociali e attivare protezioni specifiche. La presenza di una rete di sostegno e cura, il livello di autonomia nelle attività quotidiane e la capacità di chiedere aiuto e supporto ai servizi sono i principali indicatori che verranno rilevati. Attualmente 100 operatori stanno ricevendo la formazione necessaria per entrare nelle case di questi 9 mila cittadini fragili in tutta sicurezza: oltre al tesserino di riconoscimento, saranno dotati di tutti i dispositivi di protezione individuale».