A Bergamo «timidi segnali di raffreddamento della curva, ma serve prudenza», dice Ats
Il dottor Alberto Zucchi, responsabile del Servizio Epidemiologico Aziendale dell’Ats: «Aumento lineare di natura contenuta, non roviniamo tutto». Accessi ai pronto soccorso in media con lo stesso periodo degli anni passati
La curva epidemiologica inizia a dare timidi segnali di raffreddamento, ma è soprattutto adesso che è fondamentale mantenere un atteggiamento cauto e votato alla prudenza. In primis perché la tendenza al ribasso deve ancora consolidarsi, ma soprattutto perché basta un niente per far sì che i contagi e i ricoveri si impennino nuovamente in modo preoccupante. «Il trend prosegue con un aumento lineare di natura contenuta rispetto alle altre province. Abbiamo timidi segnali di raffreddamento della curva, ma guardiamo al dato con grande precauzione – ha sottolineato il dottor Alberto Zucchi, responsabile del Servizio Epidemiologico Aziendale dell’Ats di Bergamo nel corso di una call a cui hanno partecipato il Consiglio di Rappresentanza e i sindaci della Bergamasca -. La popolazione sta rispettando in modo rigoroso le norme di legge e i consigli di buon senso. Possono esserci sobbalzi statistici quotidiani, ma siamo fiduciosi».
Insomma, l’atteggiamento delle prossime settimane deve essere votato sì alla serenità ma anche alla prudenza. Il dottor Zucchi infatti lancia un appello: «Non roviniamo tutto: è presto per rilassarsi». In provincia le zone più critiche restano quelle di Treviglio, Romano di Lombardia, dell’Isola bergamasca e di Dalmine. Buone notizie arrivano invece dall’Alto Sebino, dove i focolai sono per la maggior parte rientrati e ci si sta progressivamente avvicinando alla media provinciale.
In merito all’afflusso di pazienti Covid nei pronto soccorso degli ospedali la situazione può essere definita «abbastanza tranquilla – spiega il direttore generale di Ats Massimo Giupponi -. I numeri sono sotto controllo. Gli accessi sono in media con gli altri anni nello stesso periodo, quindi non c’è pressione sulle nostre strutture ospedaliere». Ben diversa, invece, la pressione esercitata sulle strutture ospedaliere delle altre province lombarde, dove l’elevato numero di ricoveri sta mettendo in difficoltà la rete dei servizi ospedalieri. «Sta succedendo quello che è accaduto a marzo e ad aprile a Bergamo – aggiunge Giupponi -. Per questo occorre assoluta accortezza. Abbiamo messo a disposizione 730 posti letto per le necessità di altri territori. Probabilmente potremo trovarne altri 100-150 da attivare in caso di necessità».
Dal 15 marzo al 30 aprile, in media, ogni giorno gli ospedali lombardi hanno accolto 721 cittadini bergamaschi per i ricoveri ordinari e 137 per le terapie intensive. «Stiamo restituendo ciò che l’insieme del territorio regionale ci aveva messo a disposizione - ha evidenziato il direttore generale di Ats – Questi numeri sono la misura dell’aiuto ricevuto e la misura dell’aiuto che possiamo dare».
Nel corso del vertice è stato fornito anche qualche dettaglio aggiuntivo in merito al futuro utilizzo dei tamponi antigenici rapidi. «Da lunedì (16 novembre) effettueremo i primi nelle strutture sociosanitarie dei territori più colpiti, ossia nella Bassa e nell’Isola – conclude Massimo Giupponi -. Va avanti anche la programmazione dei test rapidi anche per le scuole e gli altri territori. Abbiamo chiesto la disponibilità dei medici di medicina generali ad effettuarli e per ora hanno risposto in 450. Stiamo verificando dove vogliono farli: il 15 pe cento è disponibile a stare nel proprio studio, il 50 per cento chiede un luogo esterno e un 30-35 per cento valuterà dove farli. Nel frattempo stiamo verificando le sedi da attivare in raccordo con le Asst e i Comuni».