Gli infermieri chiedono alla Regione più tutele e maggior sicurezza
Il Coordinamento degli Ordini delle Professioni infermieristiche ha mandato una missiva al governatore lombardo Attilio Fontana con un lungo elenco di richieste per il corretto esercizio della professione in questo tempo di Covid.
Signor presidente, grazie per la stima, ma «non esiste sanità senza infermieri e senza azioni concrete da parte della Regione». Il Coordinamento degli Ordini delle professioni infermieristiche della Lombardia ha scritto al governatore Fontana per chiedere un lungo elenco di cose per soddisfare al meglio la professione in tempo di Covid.
«La ringraziamo per la stima che nutre nei nostri confronti - scrivono gli infermieri - e per il pensiero che ci ha riservato tramite comunicazione del 4 novembre scorso. Allo stato attuale dei fatti, purtroppo, non è pensabile che sia sufficiente. Nessuno di noi si è tirato indietro nell’affrontare questa situazione e certamente continueremo ad impegnarci con competenza e senso etico in quella che Lei ha definito una lotta. Per tale motivo le chiediamo fatti concreti a supporto del nostro operato per metterci nelle condizioni adeguate per poter continuare a garantire l’assistenza al cittadino».
E per continuare a garantire l’assistenza al cittadino, gli infermieri chiedono alla Regione di predisporre sistemi di processazione dei tamponi rino-faringei nel numero delle necessità dei positivi con restituzione veloce degli esiti. Riconoscere la figura infermieristica come possibile soluzione alle numerose somministrazioni necessarie e successiva lettura del test antigenico rapido. Definire percorsi continuativi di sorveglianza nelle strutture territoriali.
Fornire i vaccini antinfluenzali a tutto il personale sanitario del settore pubblico e privato, anche per gli operatori in regime di libera professione. Garantire a tutto il personale sanitario screening e sorveglianza sanitaria adeguata per prevenire la diffusione del contagio. Garantire la sicurezza delle cure con un adeguato rapporto infermiere-paziente negli ospedali. Nelle terapie intensive ogni infermiere deve assistere al massimo due pazienti. Anche nei reparti di degenza il numero deve essere adeguato. Questi sono alcuni degli aspetti sottolineati dal Coordinamento degli Ordini delle professioni infermieristiche, che richiamano anche alla riforma del servizio sanitario territoriale con l’inserimento dell’infermiere di famiglia e comunità e un adeguamento delle quote economiche riconosciute ai servizi del territorio per ottenere una retribuzione allineata al sistema pubblico.