La prima linea

«Siamo nelle vostre mani, vi ringrazio»: la lettera di Fontana a medici e operatori sanitari

Il governatore ha scritto una missiva rivolta a tutte le persone che, la scorsa primavera come oggi, lavorano in ospedali, casa di cura e cliniche contro il coronavirus

«Siamo nelle vostre mani, vi ringrazio»: la lettera di Fontana a medici e operatori sanitari
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Nel breve discorso fatto fuori da Palazzo Lombardia giovedì 5 novembre, nel primo pomeriggio, il governatore Attilio Fontana ha concluso con un ringraziamento per tutti gli operatori sanitari che, oggi così come la primavera scorsa, sono in prima linea nella lotta al coronavirus. Parole di circostanza, ha pensato qualcuno. In realtà, Fontana già ieri, mercoledì 4 novembre, aveva preso carta e penna e scritto una lettera proprio a «medici, operatori sanitari e sociosanitari di Regione Lombardia». Ecco le parole a loro rivolte nella missiva:

Mi rivolgo a Voi, la prima linea di questa battaglia: un nemico invisibile è tornato a condizionare le nostre vite, ad esercitare pressione sui nostri ospedali, sulle nostre strutture per anziani e fragili, sulle scuole, sui luoghi di lavoro e di socialità.

Regione Lombardia ha adottato misure restrittive della libertà di circolazione dei cittadini, della libertà d'impresa e dell'organizzazione dei servizi scolastici, esercitando quella facoltà che le disposizioni governative le riconoscono.

Abbiamo insieme lavorato per fronteggiare l'emergenza e per alleviare le Vostre difficoltà, nella piena consapevolezza che il peso maggiore grava ancora sulle Vostre spalle.

Siamo tutti ancora memori delle grandi perdite subite, degli sforzi compiuti, delle difficoltà affrontate e Voi ne sopportate le conseguenze fisiche e psicologiche.

Oggi dobbiamo lavorare insieme e rapidamente, per piegare la curva epidemiologica e più di ieri siamo nelle Vostre mani per reagire con risolutezza.

Abbiamo bisogno del vostro prezioso contributo di «silenziosi artigiani della cultura della prossimità e della tenerezza», per citare le parole di Papa Francesco.

L'organizzazione di questi mesi non basta se non è sostenuta dall'aspetto umano di chi è chiamato alla gestione emergenziale; e la vera sostanza di cura, umanità e solidarietà risiede nel Vostro operato.

A Voi, cui noi tutti rimettiamo la difesa della Vita, faccio appello per continuare questa lotta.

Con lo stesso sentimento di stima e fiducia che il mondo intero ha avuto modo di riconoscerVi nei primi mesi dell'anno, rinnovo il mio più profondo ringraziamento.

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