sostegno alle famiglie

Buoni spesa alle famiglie in difficoltà: in due mesi distribuiti oltre 562 mila euro

A ricevere l’agevolazione dei buoni spesa sono stati 1.614 nuclei familiari residenti in città che hanno subito una riduzione del reddito da lavoro dipendente o autonomo, oppure perso il lavoro

Buoni spesa alle famiglie in difficoltà: in due mesi distribuiti oltre 562 mila euro
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Da dicembre al 5 febbraio l’assessorato alle politiche sociali di Bergamo ha distribuito buoni spesa per un valore totale di 562.150 euro, nel tentativo di far fronte alle necessità delle famiglie in condizioni di fragilità economica e sociale a causa della crisi innescata dal Covid. Per questa ragione, Palazzo Frizzoni ha deciso di non escludere soggetti e nuclei famigliari che avevano già richiesto e già ottenuto il buono spesa a marzo, considerando che il valore economico allora erogato, da considerarsi come una tamtum, era limitato e utilizzabile solo per l’acquisto di beni di prima necessità.

«Anche per questo bando, il mio assessorato ha organizzato un team di lavoro a cui hanno partecipato anche quattro operatori interinali dedicati, che si sono occupati di supportare i cittadini dalla compilazione delle domande al completamento delle pratiche, consentendo la consegna del buono nel minor tempo possibile – spiega l’assessore Marcella Messina –. I dati raccolti in seguito all’erogazione dei buoni ci consentono sia di svolgere alcune considerazioni comparative tra la situazione di marzo e quella attuale, sia di approfondire le caratteristiche socio economiche dei beneficiari, cosa che nella fase acuta dell’emergenza non era stato possibile fare in modo approfondito».

A ricevere l’agevolazione dei buoni spesa sono stati 1.614 nuclei familiari residenti a Bergamo che hanno subito una riduzione del reddito da lavoro dipendente o autonomo, oppure perso il lavoro. Le carte prepagate, emesse da Soldo e utilizzabili in un qualsiasi punto vendita con pos abilitato per carte Mastercard, disponevano di un importo calcolato sulla base dei componenti del nucleo familiare: un componente, 150 euro; due componenti, 250 euro; tre componenti, 350 euro; quattro componenti, 450 euro; cinque o più componenti, 500 euro.

A marzo erano stati invece raggiunte 2.173 famiglie per un totale di oltre 736 mila euro, di cui circa 120 mila di risorse aggiuntive messe a disposizione direttamente dal Comune. I beneficiari sono stati 833 donne e 781 uomini, numericamente più numerosi nella fascia dai 30 ai 50 anni. Nel dettaglio, 708 sono italiani, 866 stranieri provenienti soprattutto dal Marocco, dal Bangladesh e dalla Bolivia, oltre a 40 cittadini di Stati membri dell'Unione Europea. «Emerge chiara la difficoltà delle donne – continua l’assessore Messina –. Le titolari di un contratto dipendente nei settori più colpiti, o le partite Iva con poche tutele e servizi di supporto nella prima fase dell’emergenza, risultano le maggiori beneficiarie».

Circa la metà dei partecipanti al bando aveva già richiesto il buono a marzo. Più dell’80% delle famiglie numerose (cinque o più persone) ha richiesto il buono in entrambe le erogazioni, mentre la platea dei componenti da 1 a 4 si è diversificata molto nella seconda richiesta. Nei casi delle famiglie meno numerose, la ripresa delle attività lavorativa di almeno un componente, o l’erogazione dei vari sussidi, hanno almeno in parte garantito una sostenibilità economica migliore.

Il 50% dei richiedenti del buono spesa fa parte di nuclei familiari composti al massimo da tre persone e, tra questi, il 25% è single. Se oggi i sussidi sono stati chiesti soprattutto dalle famiglie numerose, nel primo bando, invece, il numero maggiore di richieste, circa 500 in totale, riguardava persone singole.

La distribuzione nei quartieri della città è stata più omogenea in questo secondo bando anche grazie ad una maggiore e più accurata informazione ai cittadini. In particolare, nella zona centrale della città, nei quartieri di Boccaleone e di Redona c’è stato un aumento delle domande di contributo.

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