Crescono i divorzi (anche nelle unioni civili) e metà delle famiglie è fatta di una persona sola
È il riflesso di una situazione generale che riguarda tutta Italia e che è correlata ad altri aspetti della demografia come il numero di matrimoni, la natalità e via dicendo
di Angela Clerici (vignetta in apertura di Luca Nosari)
È una notizia che non stupisce più di tanto: divorzi e separazioni aumentano nel comune di Bergamo. In realtà è il riflesso di una situazione generale che riguarda tutta Italia e che è correlata ad altri aspetti della demografia come il numero di matrimoni, la natalità e via dicendo. Aumentano le separazioni, cresce il numero di persone che vivono sole. Infatti, in città, le famiglie composte da una sola persona rappresentano (a fine 2019) il quarantasei per cento del totale delle famiglie.
Ogni anno nuove separazioni e nuovi divorzi si sommano ai precedenti e l’incremento tende a farsi sempre più sostanzioso. In particolare, nel 2018 vennero registrati 331 nuovi divorzi e 327 nuove separazioni mentre le riconciliazioni furono soltanto tre. L’anno dopo il numero di divorzi è sceso a 217, ma quello delle separazioni è salito a 357 mentre le riconciliazioni sono state dodici.
E veniamo all’anno del Covid, il 2020, con le clausure che conosciamo e che hanno fatto scoppiare diverse coppie (ma gli esiti di questa situazione dal punto di vista anagrafico e legale si vedranno anche nell’anno in corso). La statistica inerente il 2020 dice che i divorzi sono saliti a 398, le separazioni sono state 355 e le riconciliazioni dodici, nuovamente. Dall’anno scorso, nella statistica ci sono anche le unioni civili: le richieste di scioglimento sono state cinque mentre gli scioglimenti legali sono stati due. Insomma, anche nelle unioni civili vivere insieme non è così semplice. Le unioni civili sono state permesse a partire dal 2016, la prima a Bergamo venne celebrata in Comune durante quell’agosto. Il numero medio è di qualche decina all’anno.
Dice Valentina Bessi, psicologa bergamasca: «Insomma, stare insieme è compito improbo, la convivenza è una sfida quotidiana, basata sulla pazienza. Che a un certo punto scappa. Anche perché la tendenza di questa fase storica è verso l’impazienza, verso il volere soddisfare le proprie esigenze con pochi se e pochi ma. Quindi cercando di “obbligare” il partner ad accettare il proprio modo di vedere, di vivere. Ma se anche l’altro vuole ottenere lo stesso risultato... allora la relazione diventa carica di tensione, esplosiva. È una fase della società in cui, in altre parole, prevale il narcisismo e forse anche l’egocentrismo. Difficile sopravvivere per la coppia».
E infatti esplode.
Bergamo non fa eccezione, anzi. Nel 2015 la nostra città stabilì il record lombardo di aumento di divorzi: in un anno registrò un più 17,8 per cento, superando Lecco e Milano. E la provincia non è più tranquilla della città. Basta guardare le cifre. Nel 2002 i divorziati erano 10 mila, otto anni dopo erano saliti a 17.403 e alla fine del 2018 erano ben 32 mila. Un balzo in avanti eccezionale, ben più forte di quanto accaduto a livello nazionale nello stesso periodo. A Bergamo, in otto anni, il salto in avanti è stato infatti pari al novanta per cento. In Italia invece si è passati da un milione e 350 mila a un milione e 600 mila divorziati. Un incremento forte, ma ben più basso del nostro: il 18,5 per cento.