Beccato mentre dava droga a un detenuto, l'avvocato Ferriero si scusa: «Episodio isolato»
I suoi avvocati difensori, Carlo Cofini e Simona Prestipino, hanno richiesto gli arresti domiciliari; il pm tre mesi di carcere
Non il coinvolgimento in un giro più ampio bensì un momento di debolezza isolato. È questa la spiegazione che Gianni Ferriero, 46 anni, noto avvocato penalista di Treviglio, colto in flagranza di reato mentre cedeva droga a un suo assistito nel carcere di Bergamo, ha dato al gip Lucia Graziosi e al pubblico ministero Emanuele Marchisio.
Il legale era stato arrestato durante un colloquio nel penitenziario di via Gleno avvenuto martedì (23 febbraio). All’apparenza la classica stratta di mano tra avvocato e cliente, in realtà con il passaggio di mano, ripreso da una microcamera installata nella saletta del carcere di via Gleno, il legale avrebbe consegnato una bustina con mezzo grammo di cocaina a un detenuto che patrocinava.
Gli inquirenti tenevano d’occhio l’avvocato da tempo, sospettando che anche in altre occasioni avesse portato in carcere sostanze stupefacenti e smartphone destinati ai detenuti. Gianni Ferriero però, come riporta Corriere Bergamo, si è prima scusato, poi ha negato di essere mai stato al centro di un giro di droga e cessioni di altri strumenti in favore dei detenuti.
La consegna di mezzo grammo di droga sarebbe stata un momento di debolezza, fatta senza rifletterci sopra. Un episodio isolato, quindi, anche se la Procura e la Finanza sarebbero in possesso di un video nel quale è stata filmata la consegna di un telefonino a ottobre. Ad ogni modo Ferriero si è detto rammaricato e ha aggiunto che avrebbe il desiderio di spiegare la vicenda ai figli.
Al termine dell’interrogatorio il pm ha chiesto come misura cautelare tre mesi di carcere. I legali che assistono Ferriero invece, Carlo Cofini e Simona Prestipino, hanno invece richiesto gli arresti domiciliari.