Il figlio dell’anziano investito: «Mio padre lasciato morire da solo»
Denunciato un 22enne che si è costituito in caserma accompagnato dal padre: non si era fermato a soccorrerlo
Non si è saputa la sua identità fino alla tarda ora di sabato 27 febbraio, quando il figlio si è recato dai carabinieri ed ha riconosciuto gli effetti personali del padre. Achille Bonarini, 90enne di Gazzaniga, era stato infatti investito quello stesso giorno alle 15.30 del pomeriggio da un pirata della strada nel comune di Vertova, in via Don Ferrari: l’auto, sopraggiungendo a forte velocità, aveva travolto l'anziano che procedeva in parte alla strada asfaltata.
L'impatto è avvenuto poco dopo il parcheggio davanti al Bar Centauri, al confine con il comune di Fiorano, ed era stato di una violenza tale da scaraventarlo contro un palo della segnaletica che si era piegato, per poi farlo atterrare oltre un muretto di cemento sulla vicina pista ciclabile. Le ferite e i traumi, molto gravi, avevano fatto morire l’uomo sul colpo.
Il figlio, vedendo il padre uscire alle 14 e non vedendolo ancora rientrare alle 19, si è subito preoccupato e aveva telefonato ad amici e parenti, che lo avevano informato dell'incidente avvenuto a Vertova. Aveva deciso così di telefonare al Papa Giovanni, dove era stato informato dell'arrivo del corpo di un 80enne (Bonarini sembrava più giovane). Si era allora recato dai carabinieri di Fiorano, che gli avevano mostrato le chiavi e gli indumenti che l'anziano portava e risultate determinanti per l'identificazione della vittima. Nel frattempo l'investitore, che si era dato alla fuga, veniva identificato grazie alle telecamere presenti sul luogo del sinistro. I carabinieri lo avevano cercato già sabato presentandosi alla sua porta, ma non avevano trovato nessuno.
È stato lui poche ore dopo, accompagnato dal padre, a presentarsi in caserma a Fiorano per costituirsi: si tratta di un 22enne di Cene incensurato, che è stato poi denunciato per omicidio stradale e omissione di soccorso. Il figlio della vittima, Paolo Bonarini, ha detto a L’Eco di Bergamo: «Mio padre è stato lasciato morire da solo in strada. Mi hanno detto che il ragazzo che l’ha investito è incensurato, un bravo ragazzo, è assicurato, ma non riesco a capire come si possa fare una cosa del genere, investire un povero anziano e scappare senza fermarsi a soccorrerlo».
Achille Bonarini era un molto conosciuto nel suo paese: aveva fatto diversi mestieri, dal meccanico al falegname ed era anche emigrato in Svizzera, per poi gestire un negozietto di salumeria proprio a Gazzaniga in contrada «La Ela». Rimasto vedovo sei anni fa di Maria Monotti, viveva con il figlio Paolo in un appartamento in vicolo Scaletta. Nella sua vita aveva sofferto per un altro lutto dovuto alla morte di un altro figlio maschio avvenuta per un male incurabile. Lascia anche la figlia Ivana, sposata e residente ad Albino.
Era stato il medico a consigliargli, per la sua salute, di fare lunghe camminate e compiva abitualmente il percorso da Gazzaniga a Vertova, che però sabato gli è stato fatale.