È scontro tra il sindaco Gori e Letizia Moratti sulle vaccinazioni anti-Covid agli over 80
Il primo cittadino, intervistato da Radio24, ha evidenziato i limiti mostrati dalla Regione, proponendo una gestione provinciale della campagna. La vicepresidente regionale, però, ha risposto per le rime
«Sarebbe molto più efficace organizzare la campagna vaccinale su base provinciale». È bastata questa dichiarazione del sindaco Giorgio Gori, intervistato da Radio24, a pungere l’orgoglio della vicepresidente e assessore regionale al Welfare Letizia Moratti. «Crediamo che un maggiore coinvolgimento delle amministrazioni comunali – ha aggiunto Gori - renderebbe più efficace il processo vaccinale», riferendosi alle inefficienze mostrate da Regione Lombardia nell'ambito della campagna vaccinale anti-Covid in corso.
L'attacco di Gori, la risposta di Moratti
Gori ha anche detto: «La Lombardia, come altre Regioni, ha lasciato indietro fragili e anziani, mettendo davanti altre categorie. Il numero di vaccinati tra i 20 e i 29 anni è il doppio rispetto alla fascia d'età dei settantenni, nella quale è stato registrato il 24 per cento dei decessi. Eppure sono rimasti indietro per la logica della categorie, facilitata da equivoci con l'introduzione di AstraZeneca».
Commenti che Letizia Moratti non ha lasciato cadere nel vuoto. «Regione Lombardia non ha lasciato indietro nessuno - dice Moratti - e anzi ha privilegiato con estrema attenzione gli anziani, prodigandosi per vaccinarli con sollecitudine ed efficacia». Le mancate convocazioni degli over 80 sono però sotto gli occhi di tutti, così come l’assenza di Moratti e Fontana oggi in consiglio regionale, con le opposizioni che attendevano risposte e rassicurazioni in merito alla prosecuzione della campagna.
«Vaccinato oltre il 60 per cento degli over 80»
Letizia Moratti ha però evidenziato come in Lombardia sia stata somministrata «la prima dose di vaccino a più del 60 per cento degli oltre seicentomila ultraottantenni che hanno aderito alla campagna vaccinale a loro dedicata»
Inoltre, sono state messe «in completa sicurezza le residenze per anziani vaccinando più di 62 mila soggetti, il cento per cento con la prima dose e ben l'80 per centocon il richiamo. Senza contare tutte le strutture ospedaliere che, come le Rsa e i loro ospiti, sono state messe in totale sicurezza vaccinando medici, infermieri, operatori socio-sanitari e altro personale, anche giovane. Con il personale scolastico abbiamo superato il 65 per cento».
«La sanità regionale funziona»
Secondo la Moratti, la Lombardia, dopo aver pianto circa la metà dei decessi nazionali durante la prima ondata del Covid, avrebbe saputo reagire alle nuove ondate prontamente. «Il contenimento e la vaccinazione reattiva hanno permesso di reagire con successo all'esplosione di focolai. A Viggiù, Mede, Castrezzato, Bollate e nei 23 Comuni del Basso Sebino l’azione immediata ha permesso di abbattere fino a trenta volte il contagio».
«Il sistema sanitario regionale ha saputo reagire pur trovandosi al centro dell'esplosione epidemiologica, favorita anche da un'alta densità demografica e da una forte mobilità interna ed internazionale – dice -. La seconda ondata ha visto dimezzare i decessi causati dal Covid, pari al 25 per cento del totale nazionale, mentre nella terza la reazione è stata ancor più efficace, registrando un ulteriore calo fino all'11 per cento del totale dei decessi italiani».
«Si tratta sempre di numeri severi e drammatici – aggiunge - per cui continuiamo a prodigarci per vaccinare nel più breve tempo possibile il maggior numero di lombardi. Ma il netto calo dei decessi è il risultato dell’azione tesa a mettere in sicurezza soprattutto gli anziani. Paesi del nord Europa, per esempio come Olanda, Belgio e Svezia, paragonabili per numero di abitanti alla Lombardia, presentano un numero di dosi somministrate su centomila abitanti analoghi o addirittura inferiori».
La controreplica di Gori
Venuto a conoscenza della risposta della Moratti alle sue dichiarazioni, Gori ha deciso di controreplicare: «Questa mattina a Radio 24 ho detto, numeri alla mano, che i 20enni fin qui vaccinati contro il Covid in Lombardia sono più del doppio dei 70enni a cui è stato somministrato il vaccino - ha riferito in una nota il sindaco di Bergamo -: 117 mila nella classe di età 20-29, per la precisione, contro 58mila appartenenti alla fascia 70-79 anni, e questo nonostante sia evidente a tutti che i settantenni sono tra i soggetti più vulnerabili, tanto che tra questi si conta ben il 24 per cento dei decessi causati dal virus».
«A queste osservazioni - continua il primo cittadino -, l’assessore Moratti ha replicato presentando i numeri riguardanti la vaccinazione della popolazione over 80: altrettanto importanti, ma non toccano il punto che ho sollevato. Peraltro la mia non voleva essere una polemica contro Regione Lombardia: ho ben presente che la sequenza delle vaccinazioni è stata determinata a partire da scelte nazionali, peraltro condizionate, come ho spiegato nel mio intervento a Radio 24, dall’iniziale indicazione di non utilizzo del vaccino di AstraZeneca per la popolazione over 55: è anche per questo che si sono anteposte varie categorie professionali alla popolazione anziana più fragile. Ma certo siamo di fronte a un paradosso se i ventenni vaccinati sono molti più dei settantenni. Confido che da qui in avanti si faccia il massimo sforzo per proteggere attraverso il vaccino le fasce di popolazione più vulnerabili».