Scandella spiega la proposta del Pd alla Regione per governare la logistica nella Bassa
Il consigliere regionale dem: «Tutto è lasciato al rapporto tra grandi soggetti privati e piccoli comuni. Così non va bene»

Crescono a dismisura nei grandi spazi liberi della pianura padana, consumando suolo, impattando sull’ambiente e sull’aspetto di luoghi spesso ancora intatti. Sono i capannoni della logistica, quelli «costruiti negli anni e a ora in piena espansione, senza però una vera pianificazione, perché tutto è lasciato al rapporto tra grandi soggetti privati e piccoli comuni, talvolta anche in competizione fra loro», fa presente Jacopo Scandella, consigliere regionale bergamasco del Pd, il gruppo che, in Regione, si sta muovendo per garantire finalmente una regia a questo fenomeno.
«La trattativa per negoziare le soluzioni migliori per tutto il territorio, in termini di localizzazione, impatto, compensazioni, non può essere fatta tra un colosso multinazionale come Amazon, che ha 386 miliardi di fatturato e migliaia di dipendenti in tutto il mondo, e, ad esempio, il Comune di Casirate, che ha un bilancio di 8 milioni e 4mila abitanti. È un rapporto chiaramente troppo sbilanciato, sotto ogni punto di vista», rileva Scandella.
Eppure in Lombardia non c’è una pianificazione che governi questi processi. «Lo abbiamo già provato negli anni con le medie e grandi strutture di vendita, e non va ripetuta quell’esperienza – insiste il consigliere dem –. L’impatto sull’ambiente in generale e sul tessuto economico, se non regolato, rischia di essere molto critico. Perciò riteniamo sia ora di regolamentare la creazione di nuovi poli logistici e, a questo scopo, abbiamo presentato un emendamento alla legge regionale sul governo del territorio che introduce disposizioni straordinarie per questi insediamenti».
L’intento del Pd è quello di introdurre un parallelismo con le procedure previste per le grandi strutture di vendita, un meccanismo che demanda le competenze autorizzative anche all’ente regionale, determinando un livello decisionale più alto e quindi individuando una regia sovracomunale per la localizzazione degli interventi, incentivando in termini economici e burocratici la riqualificazione delle aree dismesse.
«Dobbiamo evitare che al boom di questi siti seguano i relitti di un’economia mordi e fuggi – conclude Scandella –. Per questo è indispensabile una pianificazione sovracomunale che limiti il consumo di suolo, spinga sulla qualità del lavoro e delle compensazioni per i territori interessati».