Tifosi atalantini paragonati alle vittime del Covid, Belotti querela utente Facebook
Al fotomontaggio faceva da cornice il commento: «Ma veramente i covidioti credevano di vincere la Coppa»
Una fila di camion militari dell’Esercito, identici a quelli che a marzo dell’anno scorso abbiamo visto sfilare lungo via Borgo Palazzo per portare fuori provincia le salme delle vittime del Covid in attesa di essere cremate, con esposte bandiere nerazzurre. In sovraimpressione la frase: «I tifosi dell’Atalanta si recano al Mapei Stadium».
È soltanto l’ultima triste immagine pubblicata su Facebook, che però questa volta è costata a un utente una querela. «Non si possono offendere in questo modo gli oltre seimila morti bergamaschi per Covid, nonchè i tifosi atalantini», ha tuonato il deputato della Lega Daniele Belotti.
Il fotomontaggio, corredato dalla scritta «ma veramente i covidioti credevano di vincere la Coppa», è stata pubblicata dall’utente sulla pagina Facebook di BergamoNews, tra i commenti a un articolo relativo alla partita tra Atalanta e Juventus valida per la finale di Coppa Italia 2021. «Da tifoso accetto lo sfottò - spiega Belotti - ma non al limite di trascendere e accostare le vittime bergamasche del Covid trasportate con i tifosi».
«Il dramma che ha vissuto Bergamo – conclude il parlamentare leghista - non può essere strumentalizzato in modo becero da leoni da tastiera o cinici negazionisti. In questi mesi non mi sono fatto problemi a denunciare pubblicamente coloro che hanno diffamato e umiliato le vittime bergamasche della pandemia. L'avevo fatto con il presidente del comitato sanitario di New York, Mark Levine, e con il governatore della Campania Vincenzo De Luca che avevano dichiarato che in Bergamasca e in Lombardia c'erano i morti per strada. Non mi ero fatto remore a condannare le dichiarazioni di una consigliera comunale fiorentina del mio partito che aveva negato la presenza delle bare sui camion militari che hanno tristemente sfilato a Bergamo. Lo faccio ora con questo utente di Facebook per il suo ignobile fotomontaggio».