Fridays for future all’attacco di Amazon: «Non è sufficiente regalare e piantare alberi»
Ambientalisti in piazza il 24 settembre. Da tempo denunciano il consumo di suolo (e di conseguenza il rischio di allagamenti) cui è vittima la Bassa Bergamasca
«Piantare alberi non cancella e non compensa gli ettari di terreno coperti di cemento e asfalto a causa della costruzione di questo insediamento e degli altri 22 dell'area».
Fridays for future torna all’attacco di Amazon, interpretando come strumentale, di fatto, la donazione di circa 5.500 alberi come compensazione delle maggiori emissioni di anidride carbonica prodotta dal centro di distribuzione di Cividate al Piano.
È per questa ragione annuncia una mobilitazione per il 24 settembre. «Non basta piantare qualche albero per farci scordare le responsabilità di Amazon nell'aggravamento della crisi climatica».
Quando si parla del colosso dell’e-commerce, per l’associazione ambientalista devono essere tenuti a mente due aspetti. «Il primo è la sistematica evasione fiscale attuata dall'azienda in tutto il mondo – sottolineano -. Il secondo è lo sfruttamento dei dipendenti, le pratiche antisindacali e le ambizioni monopolistiche della multinazionale».
Da tempo gli ambientalisti denunciano il consumo di suolo (e di conseguenza il rischio di allagamenti) cui è vittima la Bassa Bergamasca, che sta emergendo sempre più come punto di riferimento per i nuovi centri logistici.
«L'impatto ambientale di Amazon non è dovuto solo alle emissioni di gas serra – conclude Fridays for future -. Nel Regno Unito è stato pubblicato un reportage in cui è mostrato chiaramente che Amazon distrugge giornalmente tonnellate di prodotti invenduti nuovi di zecca per creare spazio nei magazzini. È l'azienda che è cresciuta di più durante la pandemia, realizza i suoi giganteschi profitti sfruttando l'ambiente e lavoratori e lavoratrici. Amazon è il simbolo di un modello economico capitalista e consumista incompatibile con una reale transizione ecologica».