Condannato un dottore della guardia medica di Treviglio che negò un farmaco salvavita
Nella sentenza del tribunale di Bergamo la condanna a 9 mesi per rifiuto d'atti d'ufficio. Il medico non potrà esercitare per un anno
Si era rifiutato di somministrare un farmaco salvavita a un paziente che, di conseguenza, aveva dovuto rivolgersi ai medici in servizio al pronto soccorso. Per questa ragione K. G., 56 anni, medico di origini albanesi, è stato condannato dal tribunale di Bergamo a 9 mesi per rifiuto d’atti d’ufficio. Al dottore, inoltre, non potrà esercitare la professione per un anno.
I fatti contestati risalgono al 2017 e a rendere nota la vicenda giudiziaria è stato Corriere Bergamo. La difesa aveva chiesto l’assoluzione, mentre l’accusa una condanna a 1 anno e 9 mesi, cui aggiungere un risarcimento all’Ats di Bergamo (che non è ancora stato deciso) per i danni d’immagine.
Al dottore, di turno alla guardia medica di Treviglio, erano stati contestati anche altri tre casi, per i quali è stato assolto dai giudici perché il fatto non sussiste. In una occasione si era lamentato con una donna che si era presentata in ambulatorio oltre l’orario per un problema alle vie urinarie, consegnandole una ricetta senza fornire spiegazioni. In un altro caso aveva risposto che non spettava a lui firmare un certificato di prolungamento della malattia. Infine, aveva accettato di visitare a domicilio un’anziana di 93 anni solo dopo che la figlia aveva insistito, minacciando che altrimenti avrebbe chiamato il 118.
L’Ats nei confronti del medico non ha mai preso provvedimenti dal punto di vista disciplinare, non essendoci i presupposti. Dopo aver ricevuto le segnalazioni dei pazienti, le aveva però inoltrate all’Ordine dei Medici, che a sua volta le aveva archiviate.